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“Chi ha a cuore il tema delle città accessibili, ha la responsabilità di imporlo nell’agenda delle istituzioni”: a Milano il convegno su come ripensare gli spazi urbani

Sabato 13 dicembre in via Osti 6 la conferenza dal titolo “Cittàperte. Pensare gli spazi urbani in modo inclusivo”. D'Occhio, organizzatore e membro del Movimento dei diritti e dei doveri culturali: "Vogliamo far emergere un'idea di città a cui non siamo tutti abituati"
“Chi ha a cuore il tema delle città accessibili, ha la responsabilità di imporlo nell’agenda delle istituzioni”: a Milano il convegno su come ripensare gli spazi urbani
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L’accessibilità delle città italiane per le persone con disabilità è un tema in costante evoluzione. Diverse città stanno lavorando per migliorare la situazione, ma ci sono ancora molte sfide da superare e tanti ostacoli da eliminare. Per fare un focus sull’argomento sabato 13 dicembre a Milano (ore 11 presso via Osti 6) si terrà la conferenza dal titolo “Cittàperte. Pensare gli spazi urbani in modo inclusivo”. L’evento è stato reso possibile grazie alla disponibilità di Biblioteca Ostinata con il coordinamento offerto dal Movimento dei diritti e dei doveri culturali, la cui presidente Monica Amari ha appoggiato l’iniziativa, e dall’associazione di promozione sociale Nestore, oltre al riconoscimento del patrocinio fornito dal Municipio 1 del capoluogo lombardo.

Ci sono casi di città che offrono servizi di trasporto accessibili, come autobus e tram con accessi per le carrozzine, poi ci sono anche organizzazioni che hanno sviluppato app per aiutare le persone con disabilità a navigare più facilmente la città. Permangono, però, fin troppe barriere e impedimenti che non garantiscono il diritto alla libertà di movimento per tutti. Una situazione ancora di grossa difficoltà nella maggior parte delle città. Per questo, la sensibilizzazione e la formazione degli operatori pubblici sono fondamentali per migliorare l’accessibilità e la qualità dei servizi offerti. L’innovazione tecnologica e la collaborazione tra pubblico e privato possono aiutare a superare le sfide e a creare città più inclusive.

“L’incontro mira a far emergere un’esperienza di città cui non siamo tutti abituati mettendo in rilievo la complessità dell’abbattimento delle barriere architettoniche. Spesso da cittadini vediamo il problema, senza percepire la tecnicalità della soluzione”, dice a ilfattoquotidiano.it Davide D’Occhio, membro del Movimento che ha organizzato l’evento e che è stato costituito nel 2023 al fine di influire sui decision maker per sviluppare un modello di società che rivendichi l’importanza della percezione, il riconoscimento, il rispetto e l’applicazione dei diritti e dei doveri culturali. D’Occhio farà da moderatore del dibattito dove interverranno anche Dario Bezzo (creator di Urban Pills), Marta Calcagno Baldini (giornalista de il Giornale) e Andrea Canevazzi (architetto presso l’Agenzia Mobilità Ambiente Territorio-AMAT). L’iniziativa nasce da un’idea condivisa tra D’Occhio, che si occupa di urbanistica come avvocato, e Valerio Consonni, uno dei promotori dell’evento.

“Credo sia necessario in questo periodo forse anche più di prima”, spiega D’Occhio, “tentare di dare risonanza alle differenze in alternativa a una narrazione maggioritaria sui corpi e sulla tipicità”. Il 13 dicembre gli organizzatori proveranno “a gettare una luce sul tema mobilità inclusiva e accessibilità, soprattutto quando si tratta di intervenire su infrastrutture datate che portano il segno di una sensibilità distante da quella odierna”. L’obiettivo dell’incontro è far emergere “un approccio culturale secondo cui posture e linguaggi possono consentire di pensare fin da subito scelte progettuali per tutti”. Milano è una città dove permangono diverse criticità, come raccontato più volte da ilfattoquotidiano.it. “Milano è una città attenta, con un tessuto anche a livello di quartiere che vigila e suggerisce, ma non sempre viene seguita dai comuni del circondario: un tema che è emerso nel confronto con gli ospiti che interverranno alla conferenza”, dichiara D’Occhio, “è il disallineamento della mappatura delle barriere architettoniche (attività tecnica ed elaborata) e degli interventi di risoluzione tra Milano e altri comuni dell’area metropolitana, con i quali è necessario rafforzare un’interlocuzione. Milano in questo senso”, sostiene, “si afferma come laboratorio di qualità: l’esperienza di EXPO ha rappresentato uno sforzo importante per migliorare la situazione, oggi l’accessibilità universale è tra le finalità di Milano Cortina 2026”. Le responsabilità di garantire la mobilità accessibile per tutti sono molteplici. “Ho avuto in passato l’opportunità di vivere una esperienza come amministratore comunale in un piccolo comune lombardo”, spiega D’Occhio. “Se è vero che, in applicazione del principio di sussidiarietà, le istituzioni locali per prossimità possono intervenire sul tessuto urbano in modo più efficace, è altrettanto vero che le stesse devono essere provviste delle risorse necessarie in tal senso”.

La disabilità è un mondo che intercetta potenzialmente le vite di tutti, anche soltanto in fase transitoria oppure da anziani. “Un ventenne che si rompe una gamba per una caduta in moto il giorno dopo farà esperienza di una città del tutto nuova e diversa, alla stregua di fenomeno di diffrazione, come scrive il professor Vanolo ne “La città autistica”. Pertanto”, conclude D’Occhio, “chi ha a cuore il tema – che riguarda ciascuno di noi – si ritrova minoritario nell’opinione pubblica, maggioritario nella responsabilità di imporlo nell’agenda delle istituzioni”.

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