Viaggi accessibili e mobilità e inclusiva sono i suoi cavalli di battaglia. Per la Giornata internazionale dei diritti delle persone con disabilità del 3 dicembre ilfattoquotidiano.it ha intervistato Giulia Lamarca, travel blogger che ama girare il mondo, psicologa, formatrice aziendale, con una passione per i dolci, che si definisce un po’ testarda oltre che solare, propositiva e sognatrice. Nel 2020 è intervenuta al TEDx Torino con un discorso intitolato “Come superare i propri limiti e farne una risorsa”. Insieme al marito Andrea viaggia da un decennio in giro per i cinque continenti, raccontando le sue esperienze prima sul blog My travels: the hard truth e poi sul suo profilo Instagram. Si definisce una “changemaker” e progetta di intraprendere un giro del mondo per promuovere un cambiamento globale che permetta a tutti di godere liberamente di quanto di bello ogni luogo ha da offrire.

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Permettere a tutti di potersi spostare senza difficoltà è fondamentale per la tutela dei diritti di tutti?
Non so da quando nella società si è deciso di non prendere alla lettera la nostra Costituzione. La Costituzione italiana parla di diritti che hanno tutti i cittadini, tra cui il diritto alla mobilità attraverso il servizio pubblico, quindi ecco perché è fondamentale per qualsiasi cittadino. Muoversi liberamente senza ostacoli permette di andare a lavorare, verso la famiglia, a scuola, viaggiare. La mobilità è parte essenziale della vita di ognuno di noi.

Vedi discriminazione nei confronti delle persone con disabilità per quanto riguarda l’accessibilità dei trasporti pubblici?
Si, assolutamente. Noi siamo felici se una città ha cinque linee accessibili su tutte? Ma non dovrebbe essere così, dovremmo avere il 100% delle linee di trasporto pubblico accessibili. Che poi non si tratta solo di accessibilità nel senso di strutture senza barriere, ma anche di avere degli autisti formati e consapevoli che scelgano di scendere dal mezzo che stanno conducendo per aprirti la pedana e farti salire. Invece quante volte è capitato che neanche aiutino ad aprire la pedana di un bus, disinteressandosi completamente del passeggero a ridotta mobilità. Alle volte le persone dicono “ma tu hai gli sconti sui trasporti”. Ma io vorrei rispondere: “Ci mancherebbe, non posso far niente, ecco perché ce li scontano”.

Cosa ti senti di dire alle istituzioni italiane in occasione della Giornata internazionale delle persone con disabilità in merito al trasporto accessibile?
Penso che bisogna smettere di nascondersi dietro al fatto che mancano soldi o fondi perché non è la verità. La pari uguaglianza dei diritti è uno dei goal che ha il mondo intero, quello di garantire la mobilità dovrebbe essere visto come una priorità per il bene comune. Inoltre la popolazione italiana è anziana, presto o tardi ci si dovrà organizzare per garantire dei trasporti pubblici utilizzabili da chiunque senza ostacoli e impedimenti.

Se tu fossi la ministra per le Disabilità sul tema trasporti e viaggi accessibili per tutti, da dove inizieresti per colmare i vuoti attuali?
Premetto che mi piacerebbe essere la ministra della Disabilità. Inizierei con una mappatura complessiva di cosa è accessibile e ciò che non lo è. Poi andrei per priorità, ad esempio le linee principali, quelle anche più turistiche, quelle che hanno a che fare con collegamenti importanti come scuole e università. Andrei per gradi, ma inizierei sicuramente nel verificare la situazione attuale e poi a individuare da dove iniziare. E cercherei di far ragionare i colleghi su come spendiamo i soldi, abbiamo riempito le città di car sharing con importanti finanziamenti. Davvero non potevamo occuparci anche di mobilità inclusiva? E’ arrivato il momento di intervenire efficacemente. Senza lasciare indietro nessuno, non a parole ma con i fatti.

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