
Per i giudici l’artigiano aretino di 56 anni - che il 5 gennaio 2023 uccise il vicino di casa, il 59enne Gezim Dodoli - agì per legittima difesa
Ha agito per legittima difesa. Per questa ragione la Corte d’Assise di Arezzo ha assolto Sandro Mugnai, l’artigiano aretino di 56 anni che il 5 gennaio 2023 uccise il vicino di casa, il 59enne Gezim Dodoli, sparandogli mentre stava colpendo la sua abitazione con una ruspa. La pm Laura Taddei aveva chiesto una condanna a […]
Ha agito per legittima difesa. Per questa ragione la Corte d’Assise di Arezzo ha assolto Sandro Mugnai, l’artigiano aretino di 56 anni che il 5 gennaio 2023 uccise il vicino di casa, il 59enne Gezim Dodoli, sparandogli mentre stava colpendo la sua abitazione con una ruspa. La pm Laura Taddei aveva chiesto una condanna a quattro anni riqualificando l’accusa di omicidio volontario in eccesso colposo di legittima difesa. Richiesta respinta dal collegio presieduto dal giudice Anna Maria Loprete.
La sentenza arriva al termine di un procedimento che ha ripercorso minuto per minuto la notte di follia, paura e violenza in cui Dodoli raggiunse l’abitazione dei Mugnai mentre la famiglia era riunita a cena. Secondo quanto ricostruito nelle indagini e confermato in aula, l’uomo prese a colpire con una ruspa le auto parcheggiate nel piazzale, per poi dirigere il mezzo contro la casa di Mugnai, sfondando parte di una parete. Mugnai afferrò il suo fucile da caccia e sparò diversi colpi verso la cabina della ruspa, uccidendo Dodoli. Una reazione che la procura ha definito “precipitosa, avventata e sproporzionata“, sostenendo che, pur di fronte a un’aggressione grave e reale, l’esito mortale potesse essere evitato.
La difesa, rappresentata dagli avvocati Piero Melani Graverini e Marzia Lelli, ha insistito fino all’ultimo sulla piena legittima difesa, sottolineando le condizioni di estremo pericolo, il buio, la zona isolata e il terrore vissuto dalla famiglia. Elementi che, secondo i legali, avrebbero escluso ogni responsabilità penale. Durante il dibattimento sono stati ascoltati i familiari della vittima, costituiti parte civile, mentre diversi esponenti politici e militari – tra cui l’ex generale Roberto Vannacci – si erano schierati pubblicamente accanto a Mugnai. Nei giorni successivi al fatto, la comunità di San Polo aveva organizzato fiaccolate e iniziative di solidarietà in favore dell’artigiano. Il fascicolo giudiziario aveva già attraversato passaggi complessi: un primo giudice non aveva accolto la richiesta iniziale di condanna a 2 anni e 8 mesi, disponendo ulteriori approfondimenti sull’ipotesi di omicidio volontario. La magistrata Giulia Soldini aveva invece disposto in un primo momento la scarcerazione dell’imputato, riconoscendo la legittima difesa.