“Per un lavoratore che ha 50 anni, perché la media è questa in fabbrica, dirgli di stare quattro mesi senza fare nulla non è un bel messaggio che dà al governo” dice Armando Palombo davanti ai cancelli di Acciaierie d’Italia a Cornigliano. Oggi a Genova i lavoratori dell’ex Ilva hanno ripreso sciopero e blocchi del traffico dopo l’incontro “andato male, malissimo” di venerdì 28 novembre al ministero delle Imprese e del Made in Italy.
La lotta è ripartita da dove si era fermata pochi giorni fa: corteo, blocchi e un presidio che promette di diventare lungo. Stamani i metalmeccanici hanno discusso in assemblea le prossime mosse e hanno deciso di rimettersi in strada. Il nodo è sempre lo stesso: il piano del governo che riduce la produzione a Genova, ferma la banda zincata e propone cassa integrazione e “corsi di formazione” al posto di rotoli di acciaio.
A piazza Savio, snodo tra il ponente e il centro, le tende e i mezzi dei lavoratori disegnano un nuovo confine della città. Con il presidio fisso, Cornigliano è di fatto tagliata in due: chi deve spostarsi lo fa quasi solo in autostrada. “Subito dopo l’assemblea abbiamo deciso di tornare qui” spiegano i delegati.
La scelta dei lavoratori è quella di mantenere visibile, concreta e rumorosa la pressione sull’esecutivo: “Non vogliamo ammortizzatori sociali, noi lottiamo per difendere i posti di lavoro, speriamo la città continui a essere solidale”. Al centro dello scontro ci sono 200.000 tonnellate di acciaio zincato. “Aspettiamo che arrivino minimo queste 200.000 tonnellate di zincato – spiega Palombo – quindi poter continuare a rendere attiva questa filiera genovese e del Nord”.
Accanto a lui, a bloccare la strada a scorrimento veloce Guido Rossa, i rotoli d’acciaio: “Questo è un rotolo piccolo, pesa 20 tonnellate, ce n’è anche da 40 e noi chiediamo che vengano portate da Taranto a Genova, perché questo vuol dire lavorarli, vuol dire portarli via a nave, far lavorare le banchine del molo. Oltre a noi c’è tutta una filiera”.
Secondo il piano illustrato dal ministro Adolfo Urso, però, quei rotoli restano a Taranto. “Restano a Taranto, se li vendono subito, e noi dovremmo fare prima corsi, ho detto ‘finti’ e lo confermo, e rimanere in fabbrica a non fare nulla” accusa Palombo. Il calendario ufficiale indica il 28 febbraio come data in cui la gara per il nuovo assetto dell’acciaieria dovrebbe avere “elementi di chiarezza”. Fino ad allora, per i lavoratori di Cornigliano, si tratterebbe sostanzialmente di fermarsi.
“Al governo chiediamo risposte, ma anche in tempi rapidi, perché Genova questa protesta la porterà fino in fondo e vuole salvare la sua siderurgia”. Tra gli striscioni uno sembra poco fiducioso rispetto alle garanzie promesse dal ministero: “Urso bugiardo patentato”, si legge. “Qualcuno ci ha chiesto perché – spiegano i lavoratori – Tutti i governi hanno fallito e noi siamo passati da una produzione di 6 milioni, poi 5, poi 4, poi 3, poi 2, adesso un milione di tonnellate. Veramente questo governo vuol passare alla storia per quello che ha chiuso la siderurgia in Italia? Diciamo che quelle che ci raccontano sono bugie perché non offrono nessun elemento concreto di speranza sulla gara di febbraio”.
Da Genova lo sguardo guarda oltre il confine: “Mi sembra che in altri paesi d’Europa, vedi la Francia, stanno provando a intervenire col pubblico, non è definitivo, ma ci stanno provando” dice ancora il sindacalista. “Qua veramente il governo vuol perdere la siderurgia? Questa è la domanda, aspettiamo una risposta”. Poco dopo mezzogiorno, al blocco dei lavoratori è arrivata la sindaca di Genova Silvia Salis. “Il ministro ha chiesto un incontro a tutti i sindaci coi presidenti delle Regioni, incontri singoli. Questa settimana dovremmo trovare un giorno per andare di nuovo a parlare col ministro, sperando che ci siano delle novità” annuncia.
“Da sindaca l’unica domanda che mi interessa è: che cosa fa lo Stato se non intervengono investitori privati?” aggiunge Salis. “Al ministro l’ho chiesto tre volte senza ottenere una risposta chiara. Se ha un’idea, deve dircela. Il governo e la Regione dicono che sarebbe bello se arrivassero investitori a febbraio, ma ricordo che anche quando a settembre, quando ci siamo resi disponibili a ragionare sul forno elettrico, sembrava che ci fosse qualcuno pronto a investire subito. E invece non c’era nessuno”.
Poco dopo si presenta anche il presidente della Regione Marco Bucci, con tre panettoni di pasticceria per i lavoratori in presidio. “Venerdì, o appena sarà possibile, andrò a Roma – assicura – Andremo a discutere le 200.000 tonnellate di zincato da lavorare a Genova, questo è l’obiettivo e io sono convinto che abbiamo ottime probabilità di vincere. Su questo siamo assolutamente allineati tutti e noi andremo a negoziare”.