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Ultimo aggiornamento: 9:34 del 29 Novembre

Sachs: “Lo scontro con Calenda? Ridicolo, volgare e ingiusto”. E il leader di Azione attacca Formigli: “Disgustoso”

“Leggete Il Fatto”. Sachs ricostruisce la giornata del 7 aprile 2014, rievocando Maidan e il coinvolgimento Usa nel governo post-Janukovyč
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A Piazzapulita, su La7, Jeffrey Sachs è tornato a parlare dello scontro con Carlo Calenda, che il 23 ottobre aveva incendiato lo studio della trasmissione. Appena il conduttore Corrado Formigli ha rimandato in onda la clip della lite con il leader di Azione, l’economista statunitense è apparso infastidito, quasi indignato, sottolineando che quel segmento televisivo non aveva alcun valore informativo.
“Non posso credere che abbia fatto rivedere quella clip ridicola, oltre che volgare e ingiusta – ha commentato Sachs – ma vorrei rispondere con un articolo serio e non con questa barzelletta che avete fatto rivedere. Il Fatto Quotidiano del 12 novembre del 2025. Ecco, lì potete trovare tutte le informazioni di cui avete bisogno”.

Sachs, citando il suo articolo, ha ricostruito brevemente ciò che il 23 ottobre non aveva potuto dire perché interrotto continuamente da Calenda. Ha ricordato la sua presenza in Ucraina nei giorni sensibili della crisi del 2014: “Il 7 di aprile del 2014 sono stato portato in giro per piazza Maidan, mi è stato spiegato quanto venivano pagati i partecipanti alle proteste e sì, gli Stati Uniti erano molto coinvolti nel pianificare un governo post Janukovicć“.
L’economista ha rivendicato la solidità delle sue fonti, opponendole alle accuse di complottismo ricevute in diretta.

Da qui la ricostruzione della telefonata filtrata nel 2014, intercettata dai servizi russi e diffusa online, tra Victoria Nuland (all’epoca sottosegretaria di Stato americana per gli Affari Europei ed Eurasiatici del governo Obama) e Geoffrey Pyatt (allora ambasciatore Usa in Ucraina).
“Le persone possono ascoltare i nastri, la registrazione intercettata dai russi è stata messa online“, ha ricordato. E ha citato i passaggi chiave: l’ambasciatore Pyatt, che afferma “possiamo davvero fare avere un esito molto positivo se agiamo molto rapidamente”, e Nuland che fa riferimento a Jake Sullivan (in quel periodo Consigliere per la Sicurezza Nazionale del vicepresidente Joe Biden): “Bene Jeff, quando ho scritto questa nota, Jack Sullivan si è rivolto a me dicendo ‘Hai bisogno di Biden’. Ho detto ‘Beh, probabilmente domani’ per poter ottenere i dettagli e per poter andare avanti”.
La conclusione di Sachs è stata definitiva: “Quindi, direi che questo è più che esplicito, è chiarissimo”.

Su X, Calenda ha attaccato direttamente Formigli, accusandolo di aver dato spazio a Sachs senza garantire un contraddittorio: “La deontologia professionale di Formigli. Chiama Sachs gli fa commentare il confronto che abbiamo avuto ‘ridicolo, volgare, barzelletta’ senza la presenza dell’altra parte. Tralascio le citazioni da ‘il fatto quotidiano’ come ‘fonte seria’. Poi un lungo monologo sui deliri del ‘colpo di stato’ americano a Maidan. Ancora silenzio da parte Formigli. Disgustoso“.

A quel post si è aggiunto il commento del ministro della Difesa Guido Crosetto, da tempo in attrito con il giornalista per precedenti scontri in trasmissione: “La domanda è: perché evitare il contraddittorio? Per quali ragioni far parlare solo una parte? Cui prodest?”.

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