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Ciclista 23enne travolta e uccisa da un camion a Bologna. Viola Mazzotti era sulla pista ciclabile

L'incidente è avvenuto in una zona periferica a Nord della città. Secondo una prima verifica la ragazza stava attraversando sulle strisce. Il mezzo pesante stava operando in un cantiere per la tramvia
Ciclista 23enne travolta e uccisa da un camion a Bologna. Viola Mazzotti era sulla pista ciclabile
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Una 23enne è morta dopo essere travolta da un camion mentre viaggiava in bicicletta, alla periferia di Bologna. L’incidente si è verificato intorno alle 9 all’incrocio tra via dell’Arcoveggio e via De Giovanni, nella zona nord della città. Secondo una prima ricostruzione dei giornali locali la ciclista stava attraversando l’incrocio sulle strisce e ad investirla è stato un mezzo pesante utilizzato per i lavori in un cantiere per la tramvia. Sulla dinamica sta indagando la polizia locale. L’ambulanza del 118 è arrivata in poco tempo ma per la ragazza – rimasta schiacciata sotto le ruote – non c’è stato niente da fare.

La giovane ciclista si chiamava Viola Mazzotti ed era di Cervia (Ravenna). Dai primi accertamenti, pare che la bicicletta percorresse la stessa via con medesima direzione, sulla pista ciclabile posta a destra della carreggiata. Giunto all’incrocio con via De Giovanni, l’autista del camion ha svoltato a destra entrando in collisione con la ciclista, finita sotto l’asse posteriore del mezzo.

Le reazioni

“Purtroppo questa mattina ci siamo svegliati con questa terribile notizia di una giovane ragazza investita da un camion. Prima cosa, ovviamente, la vicinanza alla famiglia, che so essere stata informata. Penso sia una tragedia terribile- ha detto il sindaco di Bologna, Matteo Lepore – Penso che in Consiglio comunale ci sia una proposta per rendere obbligatori i sensori dei camion, che attraversano l’area urbana, proprio per evitare che ci siano incidenti con le biciclette. Vedremo se questo è stato il caso, ma sicuramente penso che sia una proposta da approvare. Già la città di Milano lo ha fatto e credo che sia urgente che il Consiglio comunale la approvi. Può essere un ulteriore strumento, che mettiamo a disposizione. Voglio fare appello davvero a tutti, perché su questo tema non bisogna abbassare la guardia. Noi come amministrazione ci siamo sempre detti che finché le morti non sono a zero non saremo soddisfatti”.

“Se nella civilissima e pluripremiata Bologna Città 30 si continua a morire mentre si cammina o si pedala, è evidente che ciò che si è fatto finora non basta. È tempo di passare dalle dichiarazioni ai fatti. È tempo di assumersi responsabilità politiche, tecniche e morali” si legge in una nota dell’associazione ‘Salva i ciclisti Bologna’. “Queste morti – viene osservato – non sono ‘incidenti’, perché sono perfettamente evitabili: con una progettazione coraggiosa e al passo con le analoghe esperienze europee, con il ripristino dei controlli costanti della Polizia Locale, con comunicazione e formazione diffuse, con l’assunzione di responsabilità da parte di chi guida mezzi a motore sempre più grandi”.

Inoltre, prosegue ‘Salva i cicilisti Bolognà “chiediamo di aprire una riflessione sul consentire la circolazione in città di mezzi di grandi dimensioni, soprattutto nelle fasce orarie più sensibili, e di definire tempi, orari e dotazioni di sicurezza degli stessi mezzi perché ciò avvenga in modo realmente sicuro. Che fine ha fatto la proposta di obbligare i mezzi pesanti ai sensori per gli angoli ciechi? Non è bastata la morte di Antonio Cavallaro in via Toscana, investito dal conducente di un furgone che svoltò a destra su via della Foscherara, tagliandogli la strada e investendolo? Quante altre persone dovranno morire prima che l’Amministrazione agisca per salvare vite?“. Mercoledì, conclude l’associazione, è previsto alle 18 un ritrovo in via dell’Arcoveggio angolo via De Giovanni, dove è avvenuto l’incidente mortale che ha coinvolto la giovane del Ravennate, “Per non restare sole e soli. Per ribadire, ancora più forte: basta morti in strada. Perché questa sia l’ultima bici bianca”.

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