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Ultimo aggiornamento: 11:40 del 24 Novembre

“Tutti sapevano, ma nessuno faceva nulla. L’indifferenza uccide”. Il racconto di Giuseppe Delmonte, orfano di femminicidio

Con l'associazione Olga, Giuseppe Delmonte porta la sua testimonianza di orfano di femminicidio nelle scuole.
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“Col tempo ho scoperto che molte persone sapevano quello che succedeva in quella casa, lo sapeva il prete, lo sapeva il medico di famiglia perché trovava i lividi addosso a mia madre, lo sapeva il ginecologo, lo sapevano i vicini di casa perché sentivano le urla, però mai nessuno ha fatto qualcosa affinché questa catena si potesse interrompere”. Giuseppe Delmonte è un orfano di femminicidio. Aveva 19 anni quando sua madre, Olga Granà, venne uccisa a colpi d’ascia dal padre, che ora si trova in carcere. Alla madre ha intitolato l’associazione Olga (Oltre la Grande Assenza) con la quale gira l’Italia per raccontare la sua storia e per stare vicino “alle persone di ogni genere ed età, che abbiano subito qualsiasi tipo di maltrattamento, violenza, abuso o aggressione fisica o psicologica”. Negli anni scorsi, Delmonte è stato anche uno dei testimonial del progetto Respiro della ong Terre des Hommes che promuove un modello di intervento strutturato per la presa in carico degli orfani di femminicidio.

La sfida si gioca soprattutto sul piano educativo per sconfiggere la cultura del patriarcato. “Anche le forze dell’ordine sapevano perché intervenivano spesse volte quando mia madre era massacrata di botte da mio padre che addirittura dovevamo chiedere l’intervento delle ambulanze e quindi le forze dell’ordine sapevano che cosa succedeva ma non avevano gli strumenti per intervenire, le frasi più celebri sono finché lui non farà qualcosa di eclatante e non possiamo fermarlo o addirittura non possiamo pensare di mettere in galera tutti i mariti che picchiano le mogli perché altrimenti le galere sarebbero strapiene”. E così il messaggio che Giuseppe porta nelle scuole è che “oggi non ci si può più girare dall’altra parte perché abbiamo degli strumenti che ci possono portare a uscire da queste situazioni e che l’indifferenza uccide”.

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