“A rischio relazioni e l’incolumità fisica”: ecco perché i bambini che vivevano nel bosco sono stati allontanati dai genitori
I tre figli della coppia che vive nei boschi di Palmoli, in provincia di Chieti, devono vivere in una comunità perché la scelta di vita dei loro genitori rischia di ledere il diritto alla vita di relazione, articolo 2 della Costituzione, “produttiva di gravi conseguenze psichiche ed educative a carico del minore”. Su questo si basa l’ordinanza cautelare del Tribunale per i minorenni di L’Aquila, non sul pericolo di lesione del diritto dei minori all’istruzione, con la quale i giudici hanno disposto la sospensione della potestà genitoriale a padre e madre nei confronti dei tre figli minori.
I piccoli, una bambina di 8 anni e due gemelli di 6, con i quali vivevano in un rudere fatiscente e privo di utenze e in una roulotte nel bosco a Palmoli. Il Tribunale ha disposto l’allontanamento dei bambini dalla dimora familiare e il loro collocamento in una casa famiglia, dove andrà anche la madre, e nominato un tutore provvisorio dei minori, l’avvocata Maria Luisa Palladino. A proposito dell’istruzione scolastica, i genitori non avrebbero esibito al servizio sociale né prodotto in giudizio la dichiarazione annuale al dirigente scolastico della scuola più vicina sulla capacità tecnica o economica di provvedere all’insegnamento parentale, diretta a consentire al dirigente scolastico il controllo della fondatezza di quanto dichiarato.
Secondo il Tribunale “la deprivazione del confronto fra pari in età da scuola elementare può avere sullo sviluppo del bambino”, che “si manifestano sia in ambito scolastico che non scolastico”. È necessario allontanare i minori dall’abitazione familiare, si legge ancora, “in considerazione del pericolo per l’integrità fisica derivante dalla condizione abitativa, nonché dal rifiuto da parte dei genitori di consentire le verifiche e i trattamenti sanitari obbligatori per legge”. Inoltre, “l’assenza di agibilità e pertanto di sicurezza statica, anche sotto il profilo del rischio sismico e della prevenzione di incendi, degli impianti elettrico, idrico e termico e delle condizioni di sicurezza, igiene, salubrità dell’abitazione, comporta la presunzione ex lege dell’esistenza del periodo di pregiudizio per l’integrità e l’incolumità fisica dei minori”.
Nel provvedimento si fa riferimento anche a “nuove condotte genitoriali inadeguate” a proposito della divulgazione che le vicende del procedimento hanno avuto attraverso i mezzi di comunicazione di massa “con diffusione di dati idonei a consentire l’identificazione dei minori, diretta, anche attraverso foto che li ritraggono”. Secondo i giudici “con tale comportamento i genitori hanno dimostrato di fare uso dei propri figli allo scopo di conseguire un risultato processuale ad essi favorevole, in un procedimento de potestate nel quale essi assumono una posizione processuale contrapposta a quella dei figli e in conflitto di interessi con gli stessi”.
A difesa della famiglia si è schierato il leader della Lega Matteo Salvini, annunciando che andrà a trovare il padre. Non solo. Il Carroccio “intende presentare un’interrogazione urgente” al ministro della Giustizia Carlo Nordio perché la “scelta da parte del Tribunale di affidare i minori ad una comunità, benché non ci fossero notizie di maltrattamenti nei loro confronti, richiede assoluta chiarezza, specialmente in un Paese in cui si sentono raramente casi di bimbi tolti alle famiglie in contesti di illegalità, come i campi Rom”. Dichiarazioni che hanno spinto l’Anm ha rispondere: “Riteniamo inopportuno ogni tentativo di strumentalizzazione di casi che, per la loro particolarità, suscitano l’attenzione dei cittadini e dei media, ricordando che la delicatissima materia nell’ambito della quale operano i colleghi in servizio presso le Procure e i Tribunali per i Minori merita rispetto e attenzione”, scrive la Giunta aquilana. “In particolare, sorprendono – si legge in una nota – le parole del ministro Salvini, che ha ritenuto ‘vergognoso’ l’intervento dello Stato ‘nel merito dell’educazione privata’”.