Vietato disturbare il governo Meloni nell’anno del referendum: il Ppe chiede aiuto alle destre e blocca una missione dell’Ue in Italia su libertà di stampa e giustizia
Vietato disturbare Giorgia Meloni. Il messaggio è arrivato chiaro anche al Parlamento europeo, tanto che con un blitz in Conferenza dei presidenti il capogruppo e presidente del Partito Popolare Europeo, Manfred Weber, ha chiesto e ottenuto, con l’aiuto dell’estrema destra, il blocco di una missione in Italia dell’Eurocamera con focus sullo stato di diritto, la libertà di stampa e la giustizia. Lo stop ordinato, e ottenuto, dal Ppe non solo getta l’istituzione europea di nuovo nell’imbarazzo e fa gridare opposizioni, ma non solo, al servilismo dell’Ue nei confronti di alcuni governi, ma rappresenta il terzo punto di rottura all’interno della maggioranza Ursula, con i Popolari che per la terza volta usano le destre per far passare le proprie posizioni.
L’accordo sulla missione era stato trovato già due mesi fa e la Commissione per le libertà civili, la giustizia e gli affari interni del Parlamento europeo (LIBE) stava già lavorando ai preparativi del viaggio e degli incontri che si sarebbero dovuti tenere. Incontri che avrebbero trattato i temi dello Stato di diritto e, con particolare attenzione, della giustizia e libertà di stampa, anche alla luce delle pesanti dichiarazioni del conduttore di Report, Sigfrido Ranucci, e del direttore di Fanpage, Francesco Cancellato, in audizione a Bruxelles lo scorso maggio. Tutto è filato liscio fino al pomeriggio del 19 novembre, quando è stata convocata la conferenza dei presidenti che ha l’ultima parola anche sulle missioni organizzate dal Parlamento Ue. Secondo quanto appreso da Ilfattoquotidiano.it, Manfred Weber, alleato di Antonio Tajani in Europa e all’interno dello stesso Ppe, ha chiesto e ottenuto, col supporto dell’estrema destra di Ecr (partito europeo di Giorgia Meloni) e Patrioti (formazione nella quale milita la Lega), di annullare il viaggio della delegazione. La motivazione, da quanto riferito da fonti interne, è legata a possibili interferenze nel processo di voto in vista del referendum in Italia. Referendum che, fanno sapere da ambienti di governo, potrebbe tenersi il 22 marzo, tanto che la stessa missione era stata posticipata dopo le prime consultazioni a giugno 2026. Non è un caso, quindi, che questo stop irrituale, dopo settimane di preparativi e un accordo trovato ben due mesi fa, arrivi proprio nei giorni in cui la Corte di Cassazione ha accettato i quattro quesiti referendari. Segno che il vero intento di Weber e del suo partito era quello di non arrecare disturbo al governo italiano su temi al momento estremamente delicati come la giustizia e la libertà di stampa. Contemporaneamente è arrivata anche la decisione di annullare un’altra missione, quella della commissione per l’Occupazione e gli Affari Sociali che dal 30 marzo al 2 aprile si sarebbe dovuta recare a San Patrignano, Foggia e Caserta.
Il blitz del Ppe ha fatto infuriare sia le opposizioni che gli altri partiti che compongono la cosiddetta maggioranza Ursula in Parlamento Ue. Anche perché non si trattava della prima volta in cui i Popolari abbandonano il gruppone centrista all’Eurocamera a sostegno della presidente della Commissione per allearsi con l’estrema destra. Nella riunione dei coordinatori di luglio, ad esempio, il Ppe appoggiò la richiesta delle destre di assegnare il ruolo di relatori sulle due proposte sulla definizione di Paesi terzi sicuri a Ecr. E anche giovedì 13 novembre, nel corso della mini-plenaria, il Ppe ha votato insieme ai Conservatori e all’estrema destra sul pacchetto omnibus che mirava a ridurre la burocrazia a carico delle imprese sugli obblighi di rendicontazione e due diligence sul rispetto delle norme climatiche, ambientali e dei diritti umani lungo tutta la catena di approvvigionamento. Tanto che in quell’occasione, tra gli eurodeputati di Fratelli d’Italia, si diceva che in Ue si era passati “dalla maggioranza Ursula alla maggioranza Giorgia”.
Così la presidente dei Socialisti, Iratxe García Pérez, ha commentato a Politico la mossa del Ppe: “Dovremmo rispettare le competenze del Parlamento e la Conferenza dei Presidenti non dovrebbe contraddire il lavoro svolto a livello di commissione. Cosa nasconde l’Italia per rifiutare una delegazione al Parlamento europeo col sostegno del Ppe?”.
Dure anche le opposizioni, con il Movimento 5 Stelle che parla di episodio “gravissimo quello che è accaduto a Bruxelles. Secondo quanto si apprende la destra europea, con un blitz nella conferenza dei capigruppo, avrebbe cancellato la missione del Parlamento europeo in Italia che avrebbe dovuto monitorare lo stato di diritto, compresa la libertà di stampa – ha dichiarato la senatrice Barbara Floridia – Proprio mentre nel nostro Paese si discute delle querele contro i giornalisti, delle pressioni politiche e dell’attentato contro Sigfrido Ranucci. Proprio mentre alla Camera viene esaminata una mozione che denuncia criticità sempre più evidenti. Proprio mentre si discute una riforma della Rai che non va minimamente incontro al Media Freedom Act europeo e con la commissione di vigilanza Rai bloccata dalla maggioranza. Censurare il monitoraggio europeo in un momento così delicato è un segnale politico intimidatorio. Se Giorgia Meloni non ha niente da nascondere dica ai suoi in Europa di evitare questa vera e propria censura, o magari invece le fa comodo?”.