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Dalla Spagna al ritorno dell’Austria fino all’impresa della Scozia: tutta l’Europa che conta è già ai Mondiali (tranne noi)

L’ultimo turno ha promosso anche Belgio e Svizzera. In generale, finora sono state ribadite le gerarchie note: Inghilterra, Spagna e Francia sono candidate al titolo, Portogallo e Germania possono fare bene
Dalla Spagna al ritorno dell’Austria fino all’impresa della Scozia: tutta l’Europa che conta è già ai Mondiali (tranne noi)
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La crema calcistica d’Europa si è qualificata in forza al mondiale: manchiamo solo noi, costretti ad affrontare gli spareggi di marzo. Affronteremo in semifinale una tra Svezia, Romania, Macedonia del Nord e Irlanda del Nord: il sorteggio del 20 novembre a Zurigo ci dirà quale sarà l’incubo dei prossimi quattro mesi. Due delle quattro possibili rivali, Svezia e Macedonia del Nord, ci hanno già sbattuto la porta in faccia nei playoff 2018 e 2022. Per i valori tecnici complessivi, nonostante un percorso di qualificazione fallimentare e un posto agli spareggi ottenuto solo grazie alla Nations League, sarebbe consigliabile evitare la nazionale scandinava. In attacco può schierare gente come Isak e Gyokeres: non sono Haaland, ma possono far male.

L’ultimo turno ha promosso Spagna, Belgio, Svizzera, Austria e Scozia. La Roja ha chiuso con il 2-2 con la Turchia, a Siviglia, un cammino trionfale. Il Belgio si è divertito con il Liechtenstein (7-0). La Svizzera ha pareggiato 1-1 in Kosovo. L’Austria è riuscita a ottenere il pass che la riporta al mondiale dopo 28 anni (nel 1998 l’ultima apparizione) grazie al gol di Gregoritsch che al 77esimo ha timbrato l’1-1 con la Bosnia. Una qualificazione batticuore, ma da qualche tempo il calcio austriaco è in ripresa. L’impresa, e anche le immagini più suggestive della serata, sono arrivate da Glasgow. Scozia-Danimarca è stata una raffica di colpi di scena. Vantaggio dei padroni di casa con una rovesciata da urlo di McTominay, pareggio su rigore di Hojlund e, appena quattro minuti, la discutibilissima espulsione dell’ex romanista Kristensen per due cartellini gialli. Il secondo è stato una forzatura dell’arbitro polacco Marciniak: ha stravolto il match. La Scozia è tornata avanti con Shankland, ma la Danimarca, che non ha mai abbassato la guardia, ha pareggiato all’81’ con l’ex Lecce Dorgu. Qualificazione di nuovo nelle mani dei “rossi”, ma nel recupero i gol di Tierney (93’) e McLean (98’) – quest’ultimo a segno da centrocampo, con il portiere Schmeichel lontano dai pali dopo aver partecipato all’ultimo assalto – hanno riportato la Scozia al mondiale, anche in questo caso dopo 28 anni di assenza.

La Scozia, battuta 3-2 dalla Grecia sabato scorso, ha affrontato la sfida decisiva contro i danesi, avanti in classifica, con lo spirito giusto. “Dobbiamo scendere in campo con la voglia di vincere e non con la paura del fallimento”, le parole del ct Steve Clarke, che già ha condotto gli scozzesi alle fasi finali degli europei 2020 e 2024. Lo spirito indomito della Tartan Army, la nazionale più antica del mondo insieme a quella inglese – il 30 novembre 1872, a Glasgow, le due squadre disputarono la prima partita internazionale della storia del calcio, finì 0-0 -, è stato determinante, ma la Scozia non è solo agonismo: McTominay, Tierney, Robertson, McGinn e Adams sono giocatori importanti.

Le qualificazioni europee hanno ribadito le gerarchie attuali. Inghilterra – la prima a ottenere il pass -, Spagna e Francia sono candidate al titolo. Portogallo – più spettacolare e più libero quando manca Cristiano Ronaldo – e Germania hanno legittime ambizioni di puntare almeno alle semifinali. Belgio – con un Doku straripante – e Svizzera sono le eterne mine vaganti. La Croazia sta tenendo botta, nonostante l’età avanzata dei suoi migliori attori, da Modric (40 anni) a Perisic (36). La Norvegia di Haaland – ma non solo lui, Odegaard, Nusa, Bobb, Sorloth e Strand Larsen sono gli altri punti di forza – può essere la sorpresa del mondiale. L’Olanda è imprevedibile.

L’Italia deve solo far autocritica per gli errori commessi negli ultimi vent’anni. Gli spareggi vanno preparati con intelligenza e umiltà. Una terza bocciatura di fila sarebbe un record negativo per una nazionale di alto livello, quattro volte campione iridata. Bisogna scendere dal piedistallo e accettare la realtà: oggi dobbiamo festeggiare la qualificazione mondiale come una mezza impresa. Una volta era la normalità, ma non si vive di ricordi.

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