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Incidente a Milano, il 20enne non era alla guida del suv: scagionato da un video. Entrambi i conducenti indagati per omicidio stradale

Inizialmente era stato indicato come il conducente della Mercedes da un passante-soccorritore, ma si era difeso: ha effettivamente provato a soccorrere gli amici
Incidente a Milano, il 20enne non era alla guida del suv: scagionato da un video. Entrambi i conducenti indagati per omicidio stradale
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Per tre giorni è stato additato di essere il conducente senza patente del suv che all’alba di domenica si è schiantato contro un Opel Corsa in viale Fulvio Testi, a Milano, nell’incidente che è costato la vita al 20enne Pietro Silva Orrego, seduto sul sedile passeggero anteriore. Accusa che inevitabilmente gli è costata la gogna mediatica sui social. Adesso un paio di video sui social hanno scagionato un 20enne, che da subito si era difeso affermando di essere solo un soccorritore. A guidare quel suv non era lui, ma un 23enne – patentato – adesso iscritto nel registro degli indagati per omicidio stradale insieme all’altro conducente – unico a bordo dell’Opel Corsa -, un 32enne trasportato in ospedale in codice giallo.

A discolpare il 20enne, un filmato che chiarisce anche l’interrogativo della sua scarpa, una sneaker ritrovata nel maxi suv spezzato in due. Le immagini lo mostrano arrivare, insieme a un paio di passanti, e disperarsi, urlando “ci sono i miei amici che stanno morendo”. È nel tentativo di rompere il vetro del finestrino della Mercedes classe G Brabus – come si vede nel video – che potrebbe aver perso la scarpa. A ciò si aggiunge anche l’assenza di ferite: elemento che fa pensare agli inquirenti che non fosse a bordo, nonostante avesse qualche macchia di sangue sui suoi vestiti.

Il giovane è stato subito ascoltato dai vigili urbani intervenuti sul posto, in quanto era stato accusato dal primo passante-soccorritore come la persona alla guida del fuoristrada. Motivo per cui il ragazzo si era difeso affermando di essere arrivato là con un tram per aiutare nei soccorsi.

Nel registro degli indagati, con l’accusa di omicidio stradale, sono così finiti invece sia il 23enne risultato positivo ai primi test di alcol e droga, patentato e incensurato che aveva preso a noleggio il bolide da una società specializzata (e che agli agenti della polizia locale ha effettivamente rivelato di essere stato alla guida), sia il 32enne, che era invece il conducente della Opel Corsa, altra auto coinvolta nell’incidente.

Trasportato anche lui in codice giallo in ospedale, anche lui è poi risultato positivo al pre test per le droghe. Per entrambi tratta di pre-test che andranno confermati da successive analisi. L’altra ferita è la 30enne, anche lei a bordo della Mercedes. Adesso sarebbe fuori pericolo, ma la sua prognosi rimane riservata. Intanto resta ancora da capire la dinamica dell’incidente e se effettivamente sia stata una mancata precedenza a provare lo schianto.

Dopo alcune notizie diffuse in modo non corretto – un ventenne senza patente indicato prima come il guidatore del suv, poi come un soccorritore – chi indaga sta cercando di fare chiarezza sulla dinamica. Di certo è che entrambi i ragazzi alla guida avevano la patente. Nello specifico il 23enne è il giovane che ha preso a noleggio il costoso suv e che viaggiava a velocità “molto sostenuta” lungo viale Fulvio Testi con accanto l’amico Pietro Silvio Orrego, morto nell’impatto, e sul sedile posteriore una 30enne ancora ricoverata in prognosi riservata, ma fuori pericolo.

Sulla Opel Corsa, invece, viaggiava solo un 32enne risultato positivo ai pre test sulla droga, risultati che andranno ripetuti e approfonditi per capire se, e in che modo, possano aver influito sull’incidente mortale. In attesa dell’autopsia disposta sul corso della giovane vittima, sono stati sentiti alcuni testimoni, ma è dalle immagini delle telecamere presenti in zona che si proverà a capire quale delle due auto non ha rispettato il rosso del semaforo, attivo nonostante l’ora.

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