Ambiente

Perché spero sinceramente che la Corte di Giustizia dell’Ue annulli l’Omnibus I

Non è solo una brutta legge sul clima. È un possibile precedente legale pericolosissimo

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Quello che è successo oggi al Parlamento europeo non è una semplificazione. È un colpo di mano contro la sostenibilità e contro lo stato di diritto.

Hanno appena approvato l’Omnibus I: il pacchetto che “alleggerisce” (leggi: smonta) regole su rendicontazione di sostenibilità (CSRD) e due diligence (CSDDD). Tradotto: meno aziende obbligate a raccontare cosa fanno davvero su clima e diritti umani, più spazio per chi inquina e chi chiude gli occhi lungo la filiera.

Il Parlamento che doveva difendere il Green Deal oggi si è comportato come un’assemblea di banditi climatici: si presentano come tutori della competitività, ma l’unica cosa che stanno proteggendo sono le rendite delle lobby che da decenni ci hanno portato dentro la crisi climatica.

La cosa più surreale? Non l’hanno fatto “a malincuore” perché costretti da qualcuno. Hanno votato contro la visione, la missione, l’assunzione di responsabilità che il precedente Parlamento e la precedente Commissione von der Leyen – la stessa che ha partorito il Green Deal – avevano scelto. Oggi quella stessa Commissione si regge su una nuova maggioranza PPE + conservatori + patrioti/sovranisti, che guarda sempre meno al Green Deal e sempre più all’estrema destra. È una capriola politica che ha dell’incredibile: prima costruisci un’architettura ambiziosa su clima e diritti, poi ti presenti con un Omnibus per svuotarla dall’interno.

E qui arriva il pezzo che passa sotto traccia ma che, per la mia formazione giuridica e il mio passato da legislatore, mi fa ancora più arrabbiare. Oltre 100 esperti di diritto europeo hanno scritto alla commissione JURI del Parlamento avvertendo che l’Omnibus I potrebbe violare il diritto dell’Unione e la Carta dei diritti fondamentali, perché usa una scorciatoia procedurale, senza valutazioni d’impatto complete né consultazioni adeguate.

Non è solo una brutta legge sul clima. È un possibile precedente legale pericolosissimo: se passa l’idea che puoi riaprire direttive complesse come CSRD e CSDDD con un pacchetto omnibus “tecnico”, domani puoi ritoccare qualsiasi cosa: privacy, AI Act, diritti dei lavoratori… Per questo spero sinceramente che la Corte di Giustizia dell’Ue annulli l’Omnibus I. Non si scherza con il diritto: se accettiamo che le regole del gioco vengano piegate così, non stiamo solo indebolendo la sostenibilità. Stiamo aprendo la porta a un’Europa dove le procedure valgono finché non danno fastidio alle lobby. E quando il diritto diventa elastico a seconda di chi bussa alla porta, non è “modernizzazione”: è il modo in cui si torna, lentamente ma inesorabilmente, a secoli bui.

Perché mi scaldo così? Perché mentre loro giocano con i cavilli, qui fuori ci sono imprese che stanno investendo davvero in transizione ecologica, filiere pulite, trasparenza. E un Parlamento che legittima i banditi climatici le mette tutte sullo stesso piano: chi inquina e chi prova a cambiare. Se lasciamo passare questo voto come un tecnicismo da addetti ai lavori, abbiamo già perso.