
Confermati i provvedimenti del Riesame con cui sono stati revocati gli arresti del Ceo di Coima, dell'architetto Alessandro Scandurra e del patron di Bluestone, Andrea Bezziccheri
Ricorso della Procura di Milano respinto e confermati i provvedimenti del Riesame con cui sono stati revocati gli arresti. Per la Cassazione, pertanto, il Ceo di Coima, Manfredi Catella, uno dei componenti della Commissione paesaggio del Comune, Alessandro Scandurra, e il patron di Bluestone, Andrea Bezziccheri – indagati nella maxi inchiesta sulla gestione dell’urbanistica nel capoluogo lombardo – non vanno arrestati e restano liberi. La sesta sezione penale della Suprema Corte, dopo l’udienza di mercoledì, ha così depositato il dispositivo della sentenza con cui ha dichiarato “inammissibile” il ricorso della Procura milanese, confermando di fatto la revoca delle ordinanze d’arresto, decisa dal Riesame, per Catella, difeso dagli avvocati Francesco Mucciarelli e Adriano Raffaelli, per Scandurra, difeso dal legale Giacomo Lunghini, e per Bezziccheri, assistito dal difensore Andrea Soliani.
Catella e Scandurra erano stati arrestati ai domiciliari a luglio e liberati due settimane dopo dal Riesame. Bezziccheri era l’unico finito in carcere a fine luglio e anche lui era stato liberato poco dopo. Il sostituto pg di Cassazione Cristina Marzagalli mercoledì aveva chiesto di dichiarare infondati i ricorsi presentati dalla Procura contro i provvedimenti del Riesame per Scandurra e Bezziccheri e già nei giorni scorsi la stessa pg aveva proposto, con un intervento scritto, il rigetto dell’atto di impugnazione dei pm milanesi su Catella. Nell’atto del pg veniva riportato “che le risultanze in atti non dimostrano la formazione, né l’operatività di un accordo corruttivo tra Scandurra e Catella”, non potendosi sostenere che “i pagamenti delle fatture da parte” di Coima “siano riconducibili ad un accordo corruttivo anziché correlate ad attività professionale effettivamente prestata da Scandurra e regolarmente contabilizzata“. Stessa linea sulla posizione del costruttore Bezziccheri.
I pm Petruzzella, Filippini e Clerici, con l’aggiunta Tiziana Siciliano, invece, hanno sostenuto che il Riesame non aveva preso in considerazione il “sistema” dell’urbanistica milanese, ma aveva portato avanti una “disanima atomistica” e così ha “giustificato a prescindere tutte le condotte di Catella e Scandurra”, non valutando la “correlazione” tra “l’esercizio della funzione pubblica e il conseguimento di vantaggi privati” nei rapporti corruttivi tra imprenditori e Commissione paesaggio, che col via libera alle operazioni immobiliari sarebbe stata al centro del meccanismo illecito. Il Tribunale, ha scritto la Procura, ha “smontato l’orologio per dimostrare che nessun singolo ingranaggio è un orologio”. A Milano, oltre alle indagini per corruzione, sono in corso già altri procedimenti e processi per i reati di abuso edilizio, lottizzazione abusiva e falso, che hanno portato al sequestro di cantieri, grattacieli e torri.