F1, GP Brasile: Norris domina e si avvicina al Mondiale. Weekend da dimenticare per la Ferrari
Lando Norris vince il GP del Brasile e si avvicina sempre di più al primo Mondiale Piloti della carriera a tre GP e una Sprint dalla fine. Il britannico della McLaren (390 punti) domina l’intero weekend e ora conduce di 24 punti su Oscar Piastri (366) e di 49 su Max Verstappen (341). Sul podio della normale gara, domenica sera, finiscono un super Andrea Kimi Antonelli (2°) e l’olandese della Red Bull (3°), dopo una bellissima rimonta in una gara iniziata dalla pit-line. Quarto uno spento George Russell, quinto Piastri, sesto e settimo gli ottimi Ollie Bearman e Liam Lawson. Ottavo Isack Hadjar, Nico Hülkenberg (9°) e Pierre Gasly (10°) hanno chiuso la top-10.
Gara da incubo per la Ferrari: Charles Leclerc è finito fuori a inizio gara, nella carambola scaturita dal contatto tra Piastri e Antonelli in curva 1 (rotta la sua sospensione anteriore sinistra). Lewis Hamilton si è ritirato alla metà dopo aver tamponato a inizio GP l’Alpine di Franco Colapinto (15°), danneggiando l’ala anteriore e l’auto, diventata inguidabile. Dopo aver scontato cinque secondi di penalità al pit, è rientrato definitivamente ai box senza nulla per cui lottare. Tra due domeniche si corre a Las Vegas il terzultimo appuntamento di stagione.
Il commento di gara
Il weekend brasiliano porta una sola firma: quella di Norris. In tre giorni il pilota McLaren ha costruito un dominio totale: pole in entrambe le qualifiche, vittoria nella Sprint di sabato e successo nella gara principale. Un en-plein che lo proietta con convinzione verso il primo titolo Piloti della carriera, soprattutto se si considera quanto fosse diversa la situazione dopo il suo ritiro in Olanda, sei GP fa, quando si ritrovò staccato di 39 punti da Piastri. Da allora gli equilibri si sono ribaltati: l’australiano ha perso continuità e, dopo un leggero risveglio in Messico, in Brasile è ricaduto in errori pesanti. Prima l’uscita immediata nella Sprint, poi la frenata azzardata al via della gara lunga che ha portato a un contatto con Antonelli — forse troppo in ritardo e debole nel chiuderlo — e al conseguente ritiro di Leclerc. A completare la giornata nera ci si è messa così anche la penalità di 10 secondi che lo ha relegato al 5° posto, e che lo vede oramai sempre più lontano dal Mondiale a meno di un ritiro di Norris.
Sul fronte opposto, invece, Verstappen ha trasformato la partenza dalla pit-lane in un podio spettacolare, tenendo aperta la corsa al Mondiale (seppur difficilissima). Una goduria vedere il pilota più forte della griglia fare autentiche magie, come quella della rimonta nel 2024 sotto il diluvio, ipotecando di fatto il quarto Mondiale Piloti poi vinto ufficialmente a Las Vegas. Lo ha fatto in uno scenario, quello di Interlagos, dove le gare cambiano continuamente e le strategie sono incerte così come il meteo. Tanti i colpi di scena, come quelli che Max regala da anni. L’unica non sorpresa è il successo di Norris, che ha mantenuto la giusta costanza ed è tornato comodamente in testa dopo i due pit. Verstappen aveva provato a rallentarlo montando gomme medie per un lungo stint centrale, ma il sorpasso del britannico sul rettilineo ha spento sul nascere le speranze dell’olandese. La scelta di tentare di andare poi fino in fondo, quando Lando ha fatto il secondo pit, non si poteva attuare considerando anche l’arrivo delle Mercedes sulle medie più fresche. Il rammarico, per Max, è non aver optato per l’assetto scarico da inizio weekend: così sono stati persi troppi punti.
Se Max è rientrato per mettere le Soft nel finale, e si è sbarazzato di un Russell spentissimo all’esterno di curva 1, non ha potuto fare nulla contro Antonelli, glaciale nel difendersi negli ultimi giri. Il vero Mvp di gara è proprio lui, che in Brasile ha trovato uno dei migliori weekend della sua giovane carriera. Sempre nelle prime posizioni, pulito, rapido. A Interlagos, nel luogo simbolo della leggenda di Ayrton Senna (suo idolo), il 19enne della Mercedes ha mostrato una maturità e una precisione che non si erano viste nei mesi più difficili della sua stagione. E c’è un primato che lo aggrada: sia lui (19 anni 76 giorni) sia Verstappen (19 anni 44 giorni nel 2016) — che a parole lo coccola e lo apprezza — sono i più giovani finiti a podio in Brasile.
La Ferrari, invece, ha vissuto un fine settimana da dimenticare, un passo indietro dopo i buoni risultati di Texas e Messico. Leclerc continua ad avere un rapporto quasi maledetto con questa pista, teatro negli anni di episodi che lo hanno spesso penalizzato. Lo dimostra il problema alla centralina nel giro di ricognizione del 2023 e il duello ‘fraticida’ contro Sebastian Vettel al primo anno in Ferrari nel 2019. Un peccato perché il monegasco poteva fare una bella gara, ambire sicuramente al podio, ottenuto sia ad Austin sia in Messico. Hamilton esce da Interlagos dopo uno dei weekend più neri e sbagliati di stagione: le due uscite nel Q2 delle qualifiche, un mesto 7° posto nella Sprint, e i contatti al via contro Carlos Sainz e Colapinto. In quello contro l’argentino — dove ha colpe — ha danneggiato l’ala anteriore e si è beccato cinque secondi di penalità che ha accolto con evidente frustrazione. La sua vettura, già difficile da gestire, è diventata inguidabile e il ritiro è stato inevitabile, dopo aver scontato la sanzione al pit.
Tra i protagonisti di giornata ci sono anche i giovani: Bearman ha chiuso con un brillante 6° posto, dopo essere stato sempre avanti per tutto il weekend con la Haas. Un segnale chiaro su chi può essere il pilota del futuro dopo Hamilton. Dietro di lui, Lawson è da applausi per aver chiuso nei punti dopo aver conservato abilmente le gomme (unico davanti a fare la sosta singola). Gabriel Bortoleto è stato costretto allo stop immediato per l’incidente con Lance Stroll, nel secondo settore, al termine di un weekend da incubo sulla pista di casa. La certezza, al di là di tutto, resta una: Interlagos regala sempre emozioni.