Politica

Meloni rassicura (ancora) i più ricchi: “Con la destra al governo mai una patrimoniale”

Il presidente del consiglio lo fa e lo scrive anche sui social. Ma secondo i sondaggi l'81% degli elettori della destra e l'84% di quelli del centrosinistra sono favorevoli a tassare i grandi patrimoni. Renzi: così la sinistra fa autogol

“Le patrimoniali ricompaiono ciclicamente nelle proposte della sinistra. È rassicurante sapere che, con la destra al Governo, non vedranno mai la luce”. A scanso di equivoci, Giorgia Meloni ci tiene a rassicurare anche a parole i titolari di grandi patrimoni: non saranno colpiti da tasse extra. Il messaggio è stato affidato al social di Elon Musk, X, il giorno dopo che il leader della Cgil, Maurizio Landini, era tornato a proporre un contributo di solidarietà dall’1% dei contribuenti più ricchi. Intesi, la precisazione è d’obbligo, come i titolari di patrimoni sopra i 2 milioni di euro. Quindi ricchi per davvero. Per loro l’ex segretario della Fiom propone l’imposizione di un’aliquota dell’1,3 per cento. La tassa, secondo le stime della Cgil, impatterebbe su circa 500mila contribuenti, generando un gettito addizionale annuo di circa 26 miliardi di euro.

Il messaggio di Meloni, però, è in linea con i fatti. Istat, Bankitalia, Corte dei Conti e Ufficio parlamentare di bilancio hanno appena evidenziato empiricamente come la legge di Bilancio all’esame delle Camere avvantaggi i più ricchi del Paese. E la tendenza è assolutamente coerente con le scelta fatte con le altre tre finanziarie del governo della leader di Fratelli d’Italia. Eppure, come ricorda Nicola Fratoianni sempre su X, “l’81% degli elettori della destra è favorevole all’introduzione di una tassa sulle grandi ricchezze, e l’84% degli elettori di centrosinistra è d’accordo con questa ipotesi. Una tassa che si rivolgerebbe a un settore limitatissimo del nostro Paese, e che non metterebbe in povertà nessuno, ma i cui benefici per tanti sarebbero evidenti. Allora ci muoviamo? Meloni e Tajani accoglierete le nostre proposte su questo?”.

Il leader di Avs davanti alle telecamere di Sky Tg24 sottolinea anche che “con la destra al governo aumentano le persone in povertà, aumentano tra il 2023 e 2024 addirittura di un milione, poco più, gli italiani e le italiane che rinunciano a curarsi, perché non se lo possono più permettere. Non è rassicurante sapere che gli stipendi di questo Paese, unico caso in Europa da trent’anni, sono sostanzialmente fermi, mentre il costo della vita continua ad aumentare. C’è poco da fare, non è questione di collocazione, di schieramento politico, tanto meno di ideologia, basterebbe andare in giro e parlare con le persone in carne ed ossa”.

“Con la destra al governo vede la luce una manovra che aiuta solo i ricchi ed evasori e penalizza la classe media e le persone in difficoltà. La ‘donna del popolo’, rassicurante solo per amici e potenti”, è invece la sintesi di Peppe Provenzano, responsabile esteri della segreteria Pd. Mentre il collega di partito Antonio Misiani fa i conti in tasca al governo: “Tagliare le tasse ricompare ciclicamente nelle promesse elettorali della destra. In tre anni di governo di Giorgia Meloni è accaduto esattamente l’opposto. La pressione fiscale nel 2022 era al 41,7% del Pil, nel 2025 è salita al 42,8%. È il record degli ultimi dieci anni. In pratica, quest’anno le famiglie e le imprese italiane pagheranno 25 miliardi in più di quanto sarebbe avvenuto se la pressione fiscale fosse rimasta al livello del 2022. Questi sono i dati. Le chiacchiere stanno a zero”. E la segretaria del Pd, Elly Schlein, tira le somme attaccando direttamente Meloni: “Con che faccia stamattina si sveglia e attacca le opposizioni? Il suo governo verrà ricordato come quello dei salassi per famiglie e imprese italiane e per gli aiuti ai più ricchi“.

Giuseppe Conte, poi, rileva che “se parliamo di famiglie e imprese italiane Meloni ha stabilito il record di pressione fiscale degli ultimi 10 anni, ha aumentato accise, Iva. Tutto. Le ho anche consegnato un libro sulle tasse che hanno aumentato, lo ha letto? Di fronte a 25 miliardi di tasse che si son mangiati il potere d’acquisto pensa di cavarsela buttandola in caciara e dando 2 euro al mese ai lavoratori?”, dice il capo del Movimento 5 Stelle parlando della “vera patrimoniale“, quella che si è abbattuta sul ceto medio. Poi però prende le distanze dal resto: “Non so se nella sinistra c’è una discussione sulla patrimoniale, ma per quanto ci riguarda noi siamo una forza progressista indipendente: una patrimoniale non è all’ordine del giorno. All’ordine del giorno però c’è il governo delle tasse”.

A sparigliare definitivamente le carte ci pensa, manco a dirlo, Matteo Renzi, che nel 2024 ha dichiarato un reddito lordo di 2,3 milioni di euro, meno dei 3,2 milioni dell’anno prima, ma sempre un signor reddito che lo posiziona tra i parlamentari più ricchi e molto probabilmente interessati alla sorte della tassa proposta da Landini. “Sulla patrimoniale si gioca il capolavoro mediatico della Meloni e l’ennesimo autogol mediatico del centrosinistra – dice l’ex rottamatore – Seguitemi bene. Giorgia Meloni ha drammaticamente aumentato le tasse. La pressione fiscale nel 2026 sarà al 42,8%, in crescita rispetto agli ultimi anni. Dunque l’opposizione oggi potrebbe avere gioco facile e incalzare Meloni chiedendo conto del fatto che con la destra ci sono più tasse. Ma non lo fa perché un pezzo della sinistra anziché chiedere di abbassare le tasse rilancia la patrimoniale. Non importa quali siano le motivazioni: importa che a quel punto Meloni esce dall’angolo e va all’attacco dicendo: finché ci siamo noi al Governo, nessuna patrimoniale”.

E così, secondo il leader di Italia Viva, “la donna che ha alzato la pressione fiscale improvvisamente diventa la paladina che difende i cittadini dallo Stato esattore. E la sinistra che potrebbe guadagnare consenso sulla battaglia per abbassare le tasse si trova incastrata nel ruolo di vampiro. Idem su Brunetta ieri: la donna che ha restituito soldi e potere al CNEL fa finta di essere la moralizzatrice che riduce lo stipendio, quando è colei che lo ha aumentato. Qui non è un problema di singole scelte: è l’ABC della comunicazione. Più parli di patrimoniale, più fai un regalo al Governo che ha aumentato la pressione fiscale più di chiunque altro. Si chiama autogol. E con gli autogol si perdono le partite“.