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Ultimo aggiornamento: 18:36 del 7 Novembre

Mattarella riceve Abu Mazen al Quirinale: “Anp resta fondamentale”. Il leader palestinese a Meloni: “L’Italia riconosca la Palestina”

Il Presidente della Repubblica ha definito inoltre inaccettabili le violenze dei coloni e il tentativo di erodere Territori palestinesi. Il leader palestinese ha incontrato anche Giorgia Meloni
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Sergio Mattarella ha ricevuto al Quirinale il presidente della Palestina Mahmoud Abbas, per tutti Abu Mazen. “É un vero piacere parlare con lei, confermando la grande amicizia che lega Palestina ed Italia, perché in questo periodo si è ulteriormente consolidata, con una vicinanza particolare – ha detto il Presidente della Repubblica -. L’Autorità nazionale palestinese risulta tuttora fondamentale per l’Italia e per la comunità internazionale, in questo periodo in maniera particolarmente intensa”.

“Occorre procedere con grande concretezza per gli aiuti umanitari e la ricostruzione di Gaza e verso la creazione di due Stati nella regione – ha detto il capo dello Stato -. Questi obiettivi passano attraverso il disarmo di Hamas e il forte coinvolgimento dei Paesi arabi”. “Dobbiamo eliminare tutti quegli ostacoli che si frappongono alla soluzione dei due Stati due popoli”, ha aggiunto. Mattarella ha definito inoltre inaccettabili le violenze dei coloni e il tentativo di erodere Territori palestinesi.

“Siamo contrari alla guerra, all’odio, al terrorismo – ha detto da parte sua Mahmoud Abbas -. Vogliamo vivere in un nostro Stato accanto a Israele che abbiamo riconosciuto nell’88 e nel 93, con gli accordi di Oslo, come Stato e come territorio, ora anche Israele deve riconoscere a sua volta il nostro Stato e il nostro territorio”.

Abu Mazen ha quindi incontrato Giorgia Meloni. Nel corso del faccia a faccia con la presidente del Consiglio il presidente dell’Anp ha “rinnovato la richiesta all’Italia di riconoscere lo Stato di Palestina per proteggere la soluzione dei due Stati, sistematicamente minata dalle politiche israeliane, raggiungere una pace basata sulla legittimità internazionale e sull’iniziativa di pace araba e garantire l’indipendenza della Palestina lungo i confini del 4 giugno 1967, con Gerusalemme Est come capitale, vivendo in sicurezza e pace insieme a Israele”.

Il leader palestinese aveva già espresso il suo pensiero in un’intervista pubblicata questa mattina da Avvenire: “L’Accordo di Oslo del 1993 rappresentò un punto di svolta storico: aprì una prospettiva di speranza per i due popoli, stabilì un riconoscimento reciproco tra lo Stato di Israele e l’Organizzazione per la Liberazione della Palestina, e tracciò un percorso verso la fine dell’occupazione e la realizzazione dello Stato palestinese nei territori occupati dal 1967, inclusa Gerusalemme Est – ha detto il leader palestinese -. Tuttavia, i governi israeliani successivi hanno svuotato quel sogno di pace contenuto negli accordi, proseguendo la colonizzazione e rifiutando l’attuazione degli impegni sottoscritti”. “L’attuale governo israeliano ha inoltre adottato misure discriminatorie e pratiche di pulizia etnica e aggressioni che violano il diritto internazionale, le cui manifestazioni più recenti sono i crimini di genocidio, distruzione e carestia nella Striscia di Gaza – aggiunge -. Dal nostro punto di vista, forse non è possibile tornare alla situazione precedente, ma è possibile costruire sulle basi poste dall’accordo all’interno di un nuovo quadro e con garanzie internazionali chiare”.

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