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La farsa è finita. Dopo tanta ipocrisia, la destra è tornata a odiare i giornalisti

Forse l’obiettivo è buttare fuori Ranucci dalla Rai?
La farsa è finita. Dopo tanta ipocrisia, la destra è tornata a odiare i giornalisti
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La farsa è finita. Dopo tanta ipocrisia e finta solidarietà la destra ha ripreso l’infinito processo contro Report e Sigfrido Ranucci. Dopo l’audizione nella sede della commissione Antimafia, il processo si è spostato nella commissione vigilanza della Rai: “Quali sono le sue fonti? Perché attacca solo la destra? Forse vuole candidarsi?”. Il solito repertorio, la consueta aggressività, le minacce di sempre, lo stesso torbido clima che ha preceduto le bombe e che costringe Sigfrido Ranucci a viaggiar sotto scorta.

Nulla è cambiato, nulla poteva cambiare perché questa destra odia i giornalisti che ancora fanno domande e osano persino fare inchieste sugli oligarchi al potere. Non sanno neppure che Report ha messo, legittimamente nel mirino, anche gli esponenti del centro sinistra e i loro governi.

Non è certo colpa di Ranucci, se ogni giorno, si fanno trovare con le mani nel sacco, dal ponte sullo Stretto alle disgrazie di Totò Cuffaro, senza dimenticare la vergognosa vicenda del commissario della autorità per la privacy Agostino Ghiglia. Non possono sopportare che Report, da ultimo, abbia svelato la trama che ha portato alla multa della vergogna, invece di chiedere le dimissioni di Ghiglia, riprendono l’assalto contro Report.

Forse l’obiettivo è quello di buttarlo fuori dalla Rai? Anche perché sanno di poter contare sulla disponibilità dei vertici della Rai, composto da loro uomini di fiducia.

Speriamo che, almeno l’audizione di ieri, abbia convinto ogni singolo componente delle opposizioni che, con questa destra, non si possono fare accordi né sulla presidenza Rai, né sulla nuova legge per la nomina dei vertici del servizio pubblico. Piuttosto denuncino alla commissione europea le continue violazioni del Media freedom act, a partire dalle querele bavaglio, e chiedano vigilanza, ispezione e sanzioni.

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