Olimpiadi Milano-Cortina, il gip: “Ammissibile l’incostituzionalità del decreto del governo che blinda la Fondazione”
La giudice per le indagini preliminari di Milano Patrizia Nobile ha trasmesso alla Corte Costituzionale gli atti dell’inchiesta della Procura di Milano per turbativa d’asta e corruzione sugli appalti e le gare del settore digital della Fondazione Milano-Cortina, chiedendo alla Consulta di esprimersi sulla incostituzionalità della legge “Salva Olimpiadi”. Questa norma – nell’estate 2024 e a indagine già avviata – ha definito la natura privata della stessa Fondazione.
Nel provvedimento di 53 pagine, dove si parla di una “zona franca” nella quale i dipendenti “godono di una sostanziale ‘immunità'”, la gip ha ordinato “l’immediata trasmissione degli atti del procedimento alla Corte Costituzionale”. La Corte dovrà esprimersi sulla “legittimità costituzionale” del decreto legge dell’11 giugno 2024, convertito ad agosto dello stesso anno: secondo la giudice, il governo Meloni ha negato la “qualifica di organismo di diritto pubblico” alla Fondazione Milano Cortina 2026 “in violazione” della direttiva Ue 2014/24 in materia di appalti pubblici. Fonti di Palazzo Chigi hanno spiegato che il governo ha accolto “con serenità e piena fiducia” la decisione della giudice. Il presidente della Fondazione, Giovanni Malagò, ha invece sostenuto: “Non ho mai pensato che avessimo una natura giuridica diversa, perché da subito l’Avvocatura Generale dello Stato aveva sostenuto la tesi che eravamo dei soggetti privati”. Sulla stessa lunghezza d’onda anche il presidente del Coni, Luciano Buonfiglio.
Nell’ordinanza vengono riportati tutti gli atti emersi dalle indagini: il capitolo in cui sono indagati Luca Tomassini, imprenditore di Vetrya-Quibyt che vinse l’appalto, l’ex ad della Fondazione Vincenzo Novari, e l’ex dirigente Massimiliano Zuco. E un secondo fronte in cui sono stati iscritti Marco Moretti e Daniele Corvasce, due dirigenti della Fondazione, e Claudio Colmegna e Luigi Onorato, due manager di Deloitte, per la presunta gara truccata sull’assegnazione, nel 2023 e dopo la fine del contratto con Vetrya, sempre dei servizi digitali a una delle società del colosso delle consulenze. È stato stimato, scrive la giudice, “un danno patrimoniale per Fondazione ed un ingiusto vantaggio a Deloitte” da 2,14 milioni di euro.
E anche se i pubblici ministeri avevano fatto notare che sulla presunta corruzione non hanno trovato le prove nelle indagini che hanno potuto fare, per la giudice la questione di legittimità costituzionale del decreto è “rilevante” anche per quell’ipotesi di reato, oltre che per la turbativa d’asta, per poi decidere se archiviare o meno. E ciò anche se si tratti di corruzione tra privati, come aveva deciso il Riesame lo scorso anno.
Per la giudice Nobile l’ente organizzatore dei Giochi olimpici invernali presenta tutti i “requisiti previsti” dal diritto europeo per essere considerato un ente di diritto pubblico e la decisione del Governo ha avuto una diretta “incidenza” su un “procedimento” penale anche per “corruzione”, reato “oggetto di uno specifico obbligo sovranazionale” previsto dalla convenzione di Medida dell’Onu, ratificata dall’Italia nel 2009. In questo senso, secondo la giudice, la legge è “costituzionalmente illegittima”, poiché viola i “vincoli derivanti dall’ordinamento comunitario” e dagli “obblighi internazionali”.
Ad aprile la Procura di Milano aveva già chiesto l’archiviazione dell’inchiesta che riguarda la Fondazione Milano–Cortina, l’ente organizzatore delle Olimpiadi invernali 2026, ma nella richiesta al giudice per le indagini preliminari aveva sollevato la questione di incostituzionalità della norma ad hoc del governo relativamente alla natura della fondazione stessa, non a caso ribattezzata “Salva-Olimpiadi”.
Il ragionamento era emerso dalla mossa compiuta da Tiziana Siciliano, procuratrice aggiunta con delega per i reati contro la pubblica amministrazione, e dai suoi colleghi che avevano presentato al gip una richiesta di archiviazione dell’inchiesta aperta per corruzione. Questi rappresentavano alla giudice che, stante l’interpretazione della natura privatistica di Fondazione avvalorata dal governo Meloni nel giugno 2024, l’indagine preliminare sarebbe destinata a non avere sbocchi.
Al massimo poteva essere contestata una corruzione tra privati. Ma non credendo a questa lettura giuridica, visto che si tratta di un ente creato da soggetti pubblici (governo, Regioni Lombardia e Veneto, Province autonome di Trento e Bolzano) e con capitale pubblico, avevano chiesto al gip di mandare la questione alla Consulta, nell’ipotesi che il pronunciamento governativo fosse stato ritenuto incostituzionale.