Economia

Fondi alla cultura, al Sud solo il 22%: il governo dovrà delle scuse ai meridionali

Giuli destina 4,5 milioni alle istituzioni culturali: il 78% va al Centro-Nord, mentre il Sud resta a secco nonostante la clausola del 34%

Probabilmente il leghista maschio, bianco, etero e di razza pura italiana, On. Roberto Vannacci, dopo aver letto le seguenti righe, chiederà al collega di coalizione, il Ministro della Cultura Alessandro Giuli, come si sia permesso di finanziare l’Arcigay di Caserta con 8.439 euro. Ma le vere spiegazioni il titolare del dicastero le dovrà dare in primis ai meridionali e, in secundis, a tutti gli operatori culturali italiani.

Mi riferisco al piano di riparto dei contributi annuali agli istituti culturali, disciplinati dal decreto ministeriale 308 05/09 del 2025, pubblicato nei meandri del sito del ministero lo scorso 7 ottobre. Parliamo di un provvedimento composto da un singolo articolo, che autorizza per l’anno in corso l’erogazione di contributi annuali in favore di 401 istituzioni culturali. Vi starete chiedendo di chissà quale maxi-dotazione stiamo parlando, considerando che in quelle tabelle trasuda il sudore, l’impegno e i sacrifici di centinaia di cittadini impegnati nella valorizzazione del nostro patrimonio culturale. La risposta lascia di stucco: appena 4,5 milioni. E pensare che appena qualche mese fa la Lega si stracciava le vesti per il mancato finanziamento della pista da bob di Cortina, per cui intendeva spendere 120 milioni di euro.

Ma il quesito è anche un altro: qual è la quota prevista per il Mezzogiorno? Vale la pena ricordare che la clausola del 34%, introdotta dal DL n. 243/2016, sancisce che la percentuale delle risorse a favore delle regioni meridionali non deve essere inferiore al 34% del totale nazionale, percentuale analoga ai cittadini che vivono al Sud. Ebbene, secondo voi il Governo ha decretato che il 34% delle risorse venga dirotta alle istituzioni culturali del Mezzogiorno? Domanda retorica. Armato di calcolatrice, tanta pazienza e amore di questa terra, ho sommato gli importi previsti per tutti gli istituti meridionali e, attraverso un’equazione di primo grado, ho finalmente appurato la percentuale prevista per il Mezzogiorno: appena un milione di euro, che si traduce nel 22% del totale. Detto in altre parole, il Centro-Nord beneficerà del 78% degli importi, i meridionali delle briciole restanti. Altro che clausola del 34%!

Dato che sono masochista, ho voluto approfondire non solo le risorse stanziate per le istituzioni culturali ma per tutti gli enti, istituti, associazioni, fondazioni e altri organismi afferenti al Ministero della cultura. Per farlo, ho approfondito l’atto del Governo n. 261, che ha previsto una dotazione di circa 35 milioni di euro per l’anno in corso, iscritto nel capitolo 2570 dello stato di previsione della spesa ministeriale. Di seguito gli enti beneficiari: Fondazione Festival dei Due Mondi di Spoleto (beneficiaria di 2,1 mln), Fondazione La Biennale di Venezia (15,1 mln), Fondazione La Triennale di Milano (2,1 mln), Associazione Reggio Parma Festival (2,8 mln), Fondazione Festival Pucciniano (705mila), Fondazione Rossini Opera Festival di Pesaro (2,4 mln), Fondazione La Quadriennale di Roma (1 mln), Associazione Ferrara Musica (705mila), Fondazione Ravenna Manifestazioni (705mila), Istituto universitario di architettura di Venezia (704mila), Fondazione Scuola di Musica di Fiesole (704mila), Ufficio Internazionale concernente l’unione di Berna per la protezione delle opere artistiche e letterarie (120mila), Museo nazionale del Cinema Fondazione Maria Adriana Prolo (704mila), Centro europeo di Toscolano (211mila). I restanti importi sono stati erogati a favore di sei enti di rilievo nazionale non individuabili sotto il profilo territoriale. E al Sud?

Zero. Sì, avete letto bene: nulla!

Un’ultima considerazione: innanzi a questa pioggia di milioni stanziati per istituzioni musicali italiane che hanno la fortuna avere la sede legale sopra il Garigliano, dopo 32 anni è prossima alla chiusura la ‘Nuova Orchestra Scarlatti’ di Napoli, snobbata dai finanziamenti statali. Questa eccellenza internazionale, guidata dal Maestro Gaetano Russo, da decenni sforna talenti, levando moltissimi giovani in difficoltà dalla strada. Parliamo della stessa realtà musicale, da sempre ignorata dai contributi pubblici, a cui apparteneva il giovane musicista Giovanbattista Cutolo, ucciso nel 2023 da un minorenne che gli ha sparato tre colpi di pistola.

La speranza è che il Ministro Giuli, leggendo queste righe, possa salvare già in legge di bilancio questo polo culturale da morte certa, auspicando che in un barlume di lucidità politica si ricordi di servire il popolo italiano e non solo quello centro-settentrionale.