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Chi era Octay Stroici, l’operaio romeno di 66 anni morto sotto i detriti della Torre dei Conti a Roma

Era originario di Suceava e viveva a Monterotondo. Lavorava con la ditta Edilerica: è rimasto 11 ore incastrato nei detriti. Fuori l'attendevano moglie, la figlia e l'ambasciatrice
Chi era Octay Stroici, l’operaio romeno di 66 anni morto sotto i detriti della Torre dei Conti a Roma
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Anche la presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha omaggiato Octay Stroici, romeno di Suceava, l’operaio di 66 anni deceduto dopo il crollo nella Torre dei conti a Roma, poco distante dal Colosseo e dai Fori imperiali. Octay per i colleghi era diventato Ottaviano, all’italiana. Per 11 ore è rimasto sotto le macerie, invocando come poteva l’aiuto dei soccorritori. Tirato fuori dai Vigili del fuoco ancora vivo, dopo operazioni lunghe, rischiose e con i detriti aspirati da attrezzature speciali, è giunto all’ospedale Umberto I già in arresto cardiocircolatorio, alle 23.05. Al Pronto soccorso romano non sono bastate le manovre di rianimazione cardiopolmonare durate circa un’ora, per salvare Stroici. Il decesso è stato registrato a mezzanotte e 20.

Il cordoglio di Meloni

Ieri durante le operazioni di salvataggio a largo Corrado Ricci – tra via dei Fori imperiali e via Cavour – era giunta la moglie Marianna con la figlia, oltre all’ambasciatrice romena in Italia Gabriela Dancău. Stroici viveva a Monterotondo alle porte della Capitale, lavorava da tempo come operaio specializzato. Sul cantiere della Torre dei conti era in servizio con la ditta Edilerica.

Oggi, dopo la notizia della morte, alte cariche dello Stato gli hanno reso omaggio. “Esprimo profondo dolore e cordoglio, a nome mio e del governo”, ha scritto la presidente Meloni su X. “Siamo vicini alla sua famiglia e ai suoi colleghi in questo momento di indicibile sofferenza”, ha aggiunto.

I soccorsi vani, l’attesa dei colleghi

Ieri i vigili del fuoco le hanno provate tutte per salvarlo, sin dal primo crollo alle 11,20, mentre Stroici era al lavoro nella Torre con altri 3 operai, tutti in salvo. Lui invece è rimasto incastrato sotto le macerie. E proprio mentre i soccorritori lo avevano raggiunto, ecco il secondo crollo, intorno alle 12,50. Con i detriti che cadevano giù, i Vigili del fuoco sono dovuti tornare sulle gru, lasciando l’operaio coperto da una protezione improvvisata, con assi di legno e ringhiere precipitate dalla terrazza. Da quel momento, il lavoratore è rimasto solo – tra la polvere e le macerie – fino all’istante del salvataggio, purtroppo illusorio.

Prima, ogni tentativo di raggiungerlo è stato vano: dalla facciate frontale, dalle finestre laterali, perfino con l’aiuto di un drone per esplorare l’interno della Torre. Niente da fare: il rischio altissimo di un nuovo crollo ha impedito l’ingresso dei soccorritori. Fino all’arrivo dei camion per aspirare i detriti. Solo allora un medico del 118 ha raggiunto Stroici. Gli ha somministrato un antidolorifico con un’iniezione e posto la maschera d’ossigeno sul volto.

L’uomo ero totalmente coperto dai calcinacci, tranne la testa e una spalla. Ha chiesto aiuto a lungo, mentre i soccorritori tentavano invano di raggiungerlo. Fuori dalla Torre c’era la folla dei media e dei passanti, tenuti distanti dal cordone della Polizia. Ai piedi della Torre una decina di mezzi di soccorso: camion dei pompieri, protezione civile, furgoni per aspirare macerie. Ieri lo hanno atteso a lungo i suoi colleghi al cantiere della Torre. Erano 11, 4 coinvolti dai due crolli: solo uno è stato ricoverato ma dimesso già in serata.

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