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Confermata nell’appello bis la condanna di Piercamillo Davigo per il caso dei verbali di Amara

BRESCIA - "Presentiamo ricorso perché resto convinto che la condotta del mio assistito sia stata ispirata solo al ripristino della legalità e non abbia arrecato alcun danno a un’indagine che senza il suo intervento, sollecitato dall’assolto Storari, non sarebbe neppure partita", ha commentato l’avvocato Davide Steccanella
Confermata nell’appello bis la condanna di Piercamillo Davigo per il caso dei verbali di Amara
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La Corte d’appello di Brescia ha confermato la condanna di primo grado a un anno e tre mesi nei confronti di Piercamillo Davigo. Si tratta dell’appello bis dopo che la Cassazione aveva annullato, con rinvio a nuovo giudizio d’appello, la parte di condanna per la rivelazione del segreto a terzi. “Presentiamo ricorso perché resto convinto che la condotta del mio assistito sia stata ispirata solo al ripristino della legalità e non abbia arrecato alcun danno a un’indagine che senza il suo intervento, sollecitato dall’assolto Storari, non sarebbe neppure partita”, ha commentato l’avvocato Davide Steccanella, legale di Davigo.

Lo scorso maggio la Suprema corte aveva respinto il ricorso straordinario, dopo tre sentenze – di primo grado, d’appello e di Cassazione – di condanna per rivelazione di segreto ovvero per aver diffuso i verbali di Piero Amara sulla loggia Ungheria. Il ricorso straordinario degli avvocati Franco Coppi e Davide Steccanella, dopo la prima pronuncia della Cassazione, aveva messo in evidenza la contraddittorietà delle tre sentenze di condanna.

La vicenda nasce nella primavera del 2020. Il pm di Milano Paolo Storari riteneva che la sua procura non stesse approfondendo le dichiarazioni di Amara, ex avvocato esterno dell’Eni, che parlava della (poi indimostrata) esistenza della Loggia Ungheria.Una convinzione che lo portò a contattare Davigo, allora consigliere del Csm, per denunciare l’inerzia dell’ufficio governato da Francesco Greco. I verbali di Amara, però, erano stati secretati.

Per quelle dichiarazioni, ritenute inattendibili, l’avvocato Amara è stato rinviato a giudizio per calunnia e autocalunnia, e il fascicolo aperto sulla base dei verbali, trasmesso a Perugia per competenza territoriale, è stato archiviato su richiesta della stessa Procura, così come il procedimento per omissione d’atti d’ufficio aperto a Brescia nei confronti di Greco. Storari, imputato insieme a Davigo, ha optato invece per il rito abbreviato ed è stato assolto sia in primo grado che in appello perché “il fatto non costituisce reato”: assoluzione che è poi diventata definitiva.

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