Calcio

Va bene la bella figura al Bernabéu con il Real, ma la Juve ha un grosso problema. Tudor: “I ragazzi sono dispiaciuti”

Sono arrivati segnali positivi nell'1-0 rimediato a Madrid, ma resta un enorme dubbio: quando tornerà il gol? I bianconeri non segnano da tre partite di fila e non vincono da sette: non succedeva da 16 anni

Tutto sommato la prestazione al Bernabéu c’è stata. Anche Tudor non lo nasconde nel postpartita: “Meritavamo almeno un gol, i ragazzi sono dispiaciuti, perché c’è stato l’approccio, peccato”. Contro il Real Madrid la Juventus ci ha provato per davvero. Le occasioni (sprecate) e alcuni segnali positivi – dopo l’insufficiente prova di Como – ci sono stati. Poi Di Gregorio ha salvato in più occasioni il risultato. E lo sviluppo del gol dell’1-0 (di Bellingham), con la mancata pressione su Vinícius, è sicuramente rivedibile. Ma il vero problema è un altro. Quando tornerà il gol? La fase offensiva continua a essere sterile e inconcludente. L’ultima formazione bianconera a non aver segnato per tre partite di fila contava – nel pieno della sua banter era – su Krasić e Sørensen in fascia e sulla coppia Matri-Toni in attacco. Cambiano gli interpreti, ma non il risultato. E la mancanza di un vero leader si fa sentire: “Tutti quanti devono esserlo. Da quel punto di vista siamo un po’ sotto ciò che vorrei”, ha ammesso l’allenatore croato a fine gara. “La maglia della Juventus pesa, noi dobbiamo crescere da quel punto di vista. Si è costruita una squadra nuova tutta insieme ed è mancato un po’ il peso dei campioni che di solito si trovano in spogliatoio”. Ma c’è qualcosa di più.

Trend negativo

La Juventus ha un serio problema con il gol. Dopo un incoraggiante inizio, con tante reti messe a segno, ora l’ultimo gol dei bianconeri risale a quasi un mese fa contro l’Atalanta, in Serie A. Il marcatore? Cabal, ora indisponibile per infortunio. L’immagine più chiara di una fase offensiva in grande difficoltà è l’occasione malamente sprecata da Openda davanti a Courtois. Dei “nuovi” solo David ha messo la sua firma in questa stagione, la prima e unica all’esordio contro il Parma. Poi il vuoto. E se il miglior centravanti della serata è lo stesso che per tutta l’estate è stato a un passo dall’addio, forse c’è qualcosa che non va. Ed è proprio Vlahovic che al fischio finale cerca di scuotere l’ambiente: “C’è stato un grande cambiamento rispetto alla partita col Como. Ne abbiamo parlato a fine partita e siamo tutti d’accordo: dobbiamo avere questo atteggiamento in tutte le partite, che sia al Bernabeu contro il Real Madrid o con tutto il rispetto contro il Como. Dobbiamo avere la stessa mentalità in tutte le partite. Così potremo ottenere risultati, perché non può essere possibile per una squadra così importante come la nostra avere questi alti e bassi in tre giorni. Sinceramente domenica sembravamo…Non voglio dire una cosa sbagliata, ma non eravamo al livello della Juventus”.

Mediocrità

Nelle ultime sette partite, tra campionato e coppa, la Juventus non ha mai portato a casa i tre punti (5 pareggi e 2 sconfitte): è la striscia più lunga senza vittorie per i bianconeri dal periodo aprile-maggio 2009, quando in panchina c’era Claudio Ranieri. Sedici anni dopo la storia (in negativo) si ripete ancora. Con una proposta di gioco mediocre e un pensiero comune inferiore agli standard bianconeri. Ripartire da questa partita è possibile, ma non basta accontentarsi. I bianconeri non sfigurano a Madrid, escono a testa alta. Con un sussulto d’orgoglio. Ma è ancora troppo poco. Perché oggi la squadra di Tudor sarebbe 25esima nella League Phase e quindi esclusa dalla fase a eliminazione diretta. Se dopo Villarreal vincere era una necessità, ora diventa quasi un obbligo. I gol non si fanno più, ma si continuano a subire. La vittoria manca da oltre un mese e la striscia negativa aumenta. Così la Juventus rischia di rimanere intrappolata in un loop che da 6 lunghi anni continua a non dare risultati.