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La mafia in Serie B: Juve Stabia in amministrazione giudiziaria. Gratteri: “Tutto nella mani della camorra”. Possibile rinvio delle partite

Si ipotizza la subordinazione del club ai clan D’Alessandro e Imparato. L'avvertimento del procuratore antimafia Melillo: "È il terzo caso in Italia dopo Foggia e Crotone"
La mafia in Serie B: Juve Stabia in amministrazione giudiziaria. Gratteri: “Tutto nella mani della camorra”. Possibile rinvio delle partite
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“Gli spostamenti della squadra, la sicurezza, il beveraggio, le gestione dei biglietti: tutto era nelle mani della camorra“. Così il procuratore di Napoli Nicola Gratteri racconta la subordinazione della Juve Stabia ai clan D’Alessandro e Imparato. La società di calcio, che partecipa al campionato di Serie B, è finita in amministrazione giudiziaria per infiltrazioni mafiose. Come ha ricordato il procuratore nazionale antimafia, Giovanni Melillo, “si tratta del terzo caso in Italia: prima della Juve Stabia ci sono stati analoghi provvedimenti per il Foggia Calcio e il Crotone Calcio”. Questa volta però la mafia è arrivata fino alla Serie B, ” e questo fa scalpore”, sottolinea ancora Gratteri.

Il decreto che dispone l’amministrazione giudiziaria per la Juve Stabia riguarda anche altre società che si occupano dei servizi annessi alle manifestazioni sportive ed è stato emesso dal tribunale di Napoli su richiesta della Procura, del Procuratore Nazionale Antimafia e del Questore di Napoli. A gestire la società sarà adesso un pool di professionisti appositamente nominato. “Un quadro generale preoccupante, un caso scuola“: ha spiegato in conferenza stampa il procuratore nazionale antimafia Melillo. È il terzo caso di società professionistica in amministrazione giudiziaria per lo stesso motivo in pochi mesi dopo Foggia e Crotone. A proposito della società calabrese, il Tribunale di Catanzaro ha confermato la misura dell’amministrazione giudiziaria, rigettando di fatto gli elementi presentati dalla difesa. La misura della durata di un anno proseguirà, pertanto, fino alla scadenza.

Il prefetto: “Possibile richiesta di rinviare alcune gare”

Sarà un provvedimento articolato “che segnerà uno spartiacque della gestione di questa società”, ha spiegato il prefetto di Napoli Michele di Bari nel corso della conferenza stampa. “I magistrati – ha aggiunto il prefetto – hanno individuato una serie di defaillance e adesso bisogna accompagnare questa società in un percorso di legalità“. In prefettura, ha detto ancor di Bari, “è già al lavoro un gruppo interforze per eventuali provvedimenti”. L’obiettivo, ha voluto sottolineare Di Bari, “è bonificare la società”. Di Bari non esclude che si possa chiedere alla Federcalcio il rinvio di alcune gare per avere la possibilità di riorganizzare i servizi risultati contaminati dalla camorra

Le infiltrazioni del clan anche nel settore giovanile

Finanche la cosiddetta “cantera”, cioé il settore giovanile della società sportiva Juve Stabia, è risultata gestita da personale riconducibile alla camorra. Si tratta di un settore – ha spiegato il questore di Napoli Maurizio Agricola – che veniva utilizzato “per acquisire consenso tra i minori per formarli a elementi di disvalore”. Le indagini hanno messo in luce che il clan di camorra D’Alessandro, egemone nel territorio stabiese, condizionava le attività della Juve Stabia. In particolare questi condizionamenti venivano esercitati nei settori della sicurezza, del ticketing, della bouvetteria, delle pulizie e dei servizi sanitari, e, fino al 2024, del trasporto della prima squadra “configurandosi di conseguenza un oggettivo sistema di condizionamento mafioso dell’attività economica della società”. Le indagini, anche attraverso le dichiarazioni rese da diversi collaboratori di giustizia e dagli esiti delle registrazioni di alcuni colloqui in carcere di detenuti in regime di 41-bis, hanno messo in luce anche legami con il clan Cesarano. Molti servizi connessi allo svolgimento delle competizioni sportive della squadra sono stati, nel tempo e contestualmente, affidati a imprese e soggetti con profili di contiguità al clan D’Alessandro. Elementi di condizionamento da parte dei clan sono emersi anche in merito alla scelta della società per i responsabili del settore tecnico giovanile, uno dei quali già destinatario di provvedimenti della giustizia sportiva, che attestano “radicate e consolidate relazioni con clan”.

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