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Il caso ‘Garlascopoli’ e la sensazione che le nuove indagini siano la punta di un iceberg

Il delitto di Chiara Poggi ha permesso di spalancare le porte a un mondo che pare surreale. Il circolino di carabinieri, investigatori presunti corrotti, l'avvocato Lovati, alias Gerry la rana
Il caso ‘Garlascopoli’ e la sensazione che le nuove indagini siano la punta di un iceberg
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Le nuove indagini sul delitto di Chiara Poggi, assassinata nella sua abitazione la mattina del 13 agosto 2007, continuano ad animare il dibattito pubblico, come non era mai successo. Da questa inchiesta, al di là di continui colpi di scene, notizie vere, false o strumentalizzate, sta venendo fuori uno spaccato incredibile della nostra società, divisa fra innocentisti e colpevolisti.

Professionisti, giornalisti e opinionisti di tutto litigano ferocemente e si battono per dimostrare l’innocenza di Alberto Stasi, l’ex fidanzato della vittima, condannato a 16 anni per il delitto. Buona parte della pena Stasi l’ha già scontata “ingiustamente” dice oggi la maggioranza della popolazione. Eppure, sfogliando i giornali dell’epoca, in molti si erano schierati contro il ragazzo dallo sguardo di ghiaccio, freddo e inespressivo. La sua personalità al tempo incise sul giudizio collettivo. Oggi, invece, la situazione, è capovolta.

Quel che ha in mano il procuratore di Pavia, Fabio Napoleone, nessuno lo sa, perché la scelta è stata quella di lavorare in silenzio. Rileggendo le carte della vecchia inchiesta sono state ipotizzate lacune, errori, superficialità da parte di chi ha condotto le indagini nel 2007, insieme alla volontà di chiudere subito il caso tralasciando molti dettagli. L’ex maresciallo dei carabinieri di Garlasco, Francesco Marchetto, fu esautorato e isolato perché, a suo dire, avrebbe voluto allargare l’inchiesta anche su altri soggetti e non solo su Stasi.

Sui social il leitmotiv di questi mesi è Alberto Stasi innocente e il nuovo indagato Andrea Sempio colpevole. Ma Andrea Sempio non è stato ancora condannato. Ci sono imbarazzanti elementi a suo carico, e maldestri colpi di scena da parte del suo ex legale Massimo Lovati. Ma Sempio non è stato ancora rinviato a giudizio. Eppure, non può uscire dalla sua abitazione. I giornalisti presidiano tutto il giorno l’ingresso, tentando di ottenere una dichiarazione da parte sua o dei genitori ad ogni passaggio con la macchina. E penso che sia abbastanza insopportabile vivere in questo modo. Dall’altra parte, però, stanno emergendo dinamiche, comportamenti ed elementi vari rispetto al contesto in cui è maturata la seconda inchiesta sul delitto di Chiara Poggi del 2017, in cui era indagato sempre Andrea Sempio. Ci sono i tentativi imbarazzanti dei suoi genitori di difenderlo, conservando alcuni scontrini per decenni e appuntando frasi che hanno creato un vero e proprio terremoto e non solo a Garlasco.

Il caso di cronaca, che è sempre l’omicidio di Chiara Poggi, ha permesso di spalancare le porte a un mondo che sembra surreale. Il circolino di carabinieri, investigatori presunti corrotti, che sta venendo fuori sembra la trama di un film. A Garlascopoli la finzione si mescola con la realtà. Da Garlascopoli spunta fuori Massimo Lovati, alias Gerry la rana (che ci fa…), i genitori di Sempio che intercettati nel 2017 parlavano di “quei signori lì” a cui dare i soldi, di interrogatori in cui gli inquirenti sarebbero stati “dalla nostra parte”, dei contanti da portare a chissà chi e di archiviazioni.

Da Garlascopoli spunta il pompiere amico della mamma di Sempio e, chi lo sa, forse legittimo proprietario del famoso scontrino del 13 agosto. Spuntano fuori gli amici che non hanno più tanta voglia di stare sotto ai riflettori. Spuntano fuori dicerie e verità su quel che accadeva alle Bozzole, rispuntano i nomi delle cugine Cappa che, anche loro, come Sempio, sono comunque destinate alla condanna da parte dell’opinione pubblica. Spuntano fuori consulenze fantasma, come quella del generale Garofano che sarebbe stato pagato per un lavoro che non avrebbe portato nemmeno a termine. Vengono fuori presunti pagamenti a nero degli avvocati.

Insomma, da Garlascopoli viene fuori di tutto ma la cosa che più preoccupa e non fa ridere, come fanno ridere i sogni o le bevute di Lovati con Corona, è l’inchiesta Clean, dove c’è di tutto ed è drammaticamente vero: favori, soldi, bella vita, affari, giri loschi, incontri inopportuni nei motel, corruzione, anche per pochi spiccioli o per qualche cena gratis. L’ipotesi accusatoria nei confronti dell’ex procuratore aggiunto Mario Venditti è grave perché colpisce il cuore delle istituzioni. Qui non si parla di scambi di favori politico mafiosi. Qui si parla del cuore delle istituzioni. Uno dei carabinieri del gruppo di Venditti è stato già condannato a 4 anni e 6 mesi per corruzione.

Il caso Garlascopoli è solo la punta dell’iceberg.

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