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Neofascisti inconsapevoli a scuola? Un’emergenza educativa che non può essere trascurata

Episodi di saluti romani nelle scuole: giovani inconsapevoli o vera adesione al neofascismo?
Neofascisti inconsapevoli a scuola? Un’emergenza educativa che non può essere trascurata
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Neofascisti inconsapevoli. E’ uno strano virus che si sta diffondendo nelle scuole. Sempre più giovani inneggiano al Duce senza ben sapere quello che fanno, dicono i presidi.

E’ successo nei giorni scorsi all’istituto tecnico commerciale “Vincenzo Arangio Ruiz” in viale Africa 109 all’Eur a Roma, ma anche a giugno al Malpighi, dove un gruppo di una trentina di ragazzi dell’ultimo anno, quindi in procinto di sostenere l’esame di maturità, ha pensato bene di posare di fronte all’istituto col braccio teso, i maschi a petto nudo, le femmine accovacciate.

Ho qualche dubbio che dei giovani di 15-16 anni non conoscano il significato del braccio alzato. Anche il più scemo credo sappia che il dito medio alzato è un gesto volgare da non fare; così tutti dovrebbero essere al corrente dell’inciviltà e della gravità di un braccio teso. Ma ammettiamo che non sia così, che i nostri ragazzi 15-16enni siano giustificati dal fatto che compiono quell’atto in maniera incosciente, solo perché l’hanno visto fare allo stadio, dai loro padri, da qualche loro amico. Se la realtà fosse questa allora dovremmo immediatamente ammettere che la scuola ha fallito il suo compito, che non serve assolutamente a nulla, che non abbiamo educato migliaia di ragazzi, che la giornata della Memoria sia totalmente inutile e che i professori di storia o lettere debbano essere rimossi. Anzi a questo punto a che serve insegnare a leggere e scrivere se poi i nostri giovani non prendono in mano un libro?

Delle due l’una. Non vedo altre ipotesi. A questo punto dovremmo con molta franchezza punire o gli studenti che scelgono liberamente e coscientemente di aderire all’ideologia neofascista, o i docenti che hanno permesso che dopo 103 anni dalla nascita del fascismo vi sia ancora chi non conosce le repressioni, le violenze, i soprusi messi in atto dal regime istituito da Benito Mussolini. Si tratta di un’emergenza educativa che non può essere trascurata, che andrebbe analizzata e presa in carico fin dalla scuola primaria.

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