La tiktoker De Crescenzo a processo per minacce al deputato Borrelli: “Ti distruggo, imbroglione, chi ti vuole bene deve rimanere paralizzato”
All’indomani dell’accordo tra Israele ed Hamas, a Napoli è circolato molto sugli smartphone un meme con la foto di Donald Trump e la scritta: “Sono pronto a portare la pace tra Borrelli e Rita De Crescenzo”. Una battuta fulminante, più efficace di mille articoli per descrivere il livello di scontro in atto da tempo tra il deputato Avs Francesco Borrelli e la tiktoker napoletana. I due hanno in comune solo l’uso dei social come strumento di comunicazione e autopromozione della loro esposizione mediatica. Per il resto, non potrebbero essere più diversi, loro e i messaggi che filtrano. Il primo perennemente a caccia di casi di subcultura camorristica da svergognare pubblicamente in diretta col cellulare. La seconda, assurta agli onori delle cronache nazionali per il famoso caso di Roccaraso. Come è noto i due hanno litigato spesso. Con toni molto aspri. Fino agli insulti e peggio. Di lei. A lui.
E’ fresca la notizia che una querela di Borrelli è andata a segno: per De Crescenzo è stato chiesto il rinvio a giudizio per diffamazione e minacce continuate in concorso con suo figlio Rosario Bianco. Madre e figlio, con i loro contenuti pubblicati sui social, secondo l’accusa hanno scatenato un clima d’odio nei confronti del parlamentare al punto, sostiene ancora la denuncia, da appellarsi pubblicamente alla camorra di eliminarlo. Breve florilegio delle attenzioni della tiktoker a Borrelli: “Ti distruggo“, “Sei un corrotto, un burattino”, “Ve ne dovete andare da Napoli”, “chi ti dice bravo deve rimanere paralizzato“, “Sei un imbroglione, un camorrista”. C’è anche questo nel capo di imputazione. Prima udienza il 3.2.2026. La predibattimentale, dedicata alla costituzione delle parti e, come prassi, all’ultimo tentativo di trovare un accordo. Quanto meno improbabile, visto il contesto.
Secondo Borrelli, la campagna denigratoria di cui è stato vittima aveva un solo scopo: mettere fine alle sue attività di denuncia. Compresa quella che ha toccato gli interessi delle persone vicine a De Crescenzo: gli ormeggi abusivi a Mergellina e sul lungomare Caracciolo per la quale il prefetto rafforzò la scorta al deputato. “Devo essere il tuo incubo”, disse la signora al culmine di un conflitto a distanza sulla vicenda delle proteste degli ormeggiatori, spalleggiati nei loro sit in dalla tiktoker. Uno specchio d’acqua messo a bando dopo anni di concessioni di dubbia legittimità era rivendicato da un gruppo di persone, tra cui anche il suo ex compagno.
Il parlamentare, difeso dall’avvocato Antonio Borrelli, ha raccolto i video e gli audio con i quali madre e figlio lo offendevano e li ha consegnati agli inquirenti. Sono 14 file in tutto. “Si tratta della prima delle tante denunce che ho presentato nei confronti della tiktoker – dice il deputato – Ci aspettiamo che adesso finiscano davanti a un giudice perché non si possono impunemente infamare, aggredire e insultare le persone pensando di farla franca. Ho depositato tutti i video contenenti anche minacce di morte, con tanto di richieste alla camorra di eliminarmi”.