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“Dovevamo perdere e non andare al Mondiale? E ci mandavamo proprio loro?”: la risposta di Gravina dopo Italia-Israele

Il presidente della Figc ha risposto così a chi chiedeva di non presentarsi per il match contro la formazione israeliana, poi terminato 3-0: "Una grande idiozia"
“Dovevamo perdere e non andare al Mondiale? E ci mandavamo proprio loro?”: la risposta di Gravina dopo Italia-Israele
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“Dovevamo perdere e subire una penalizzazione e non andare al Mondiale? E mandavamo ai mondiali proprio Israele, la squadra che non vogliono che partecipi?”. Di Italia-Israele – finita 3-0, con gli azzurri che hanno ottenuto l’aritmetica certezza dei playoff per qualificarsi ai Mondiali 2026 – se ne è parlato tanto prima, durante e adesso anche dopo, a distanza di giorni. A tornare sull’argomento è stato Gabriele Gravina, presidente della Figc, al termine del consiglio federale di oggi.

Una partita della quale si è parlato anche a distanza di mesi, giocata poi in una Udine blindata, in un clima surreale, con pochissima gente allo stadio (meno della metà della capienza totale) e con più persone all’esterno che sugli spalti. Il numero uno della Federazione italiana ha risposto a chi sosteneva fino a poche ore prima del match che quella partita non andava giocata. “Noi facciamo calcio. Non giocando avremmo perso e avremmo mandato ai Mondiali proprio Israele. Faccio fatica a capire queste contorsioni di un pensiero che non mi appartiene. Chi ha pensato questa cosa ha detto una grande idiozia”.

Gravina ha poi insistito su un altro concetto, già espresso in passato: secondo il numero uno della Figc, infatti, “noi dobbiamo aggregare. Il clima tra tifosi italiani e israeliani è stato di gioia e serenità. Chi ha vinto ha vinto e chi ha perso ha perso, stesso tenore anche con la dirigenza della federazione israeliana”.

Poi l’attacco alla manifestazione che si è svolta a Udine, in centro, a partire dal pomeriggio: una manifestazione pacifica da parte di circa 10mila persone, sfociata poi in violenza per colpa di un gruppo di circa 300. “Lì fuori invece i bellicosi hanno demolito una città, proprio nel giorno in cui veniva pattuita la pace”, aggiunge Gravina, che definisce gli scontri avvenuti all’esterno dello stadio Friuli “causati da soggetti che non hanno nulla a che vedere con né con i ProPal, né con altri tipi di schieramenti: una gang organizzata solo per distruggere e demolire”.

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