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Ultimo aggiornamento: 8:04 del 15 Ottobre

Da “strategici” a licenziati. La parabola degli operai della Lpe di Baranzate. Fiom: “Delocalizzazione campanello d’allarme per tutto il Paese”

L'azienda ha avviato al procedura di licenziamento collettivo per 57 operai
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Nel 2021 erano stati considerati “strategici” dal governo fino al punto da esercitare la golden power. Ma oggi vengono licenziati in 57. È questa la triste parabola degli operai della Lpe di Baranzate nel milanese. Proprio in questi giorni l’azienda, che fa parte del gruppo Asm, ha avviato la procedura di licenziamento collettivo per 57 lavoratori su 134. “Qui produciamo reattori epitassiali, in altre parole dei semiconduttori” spiega Christian che lavora qui da 23 anni. Per lui come per i suoi colleghi è stata come “una doccia fredda”. Anche se “qualche avvisaglia c’era, ma speravamo in qualcosa di diverso, cassa integrazione o ammortizzatori per cercare di garantire quanto meno il lavoro, ma così non è stato”. La Lpe è un’azienda strategica tant’è che nel 2021, quando una società cinese tentò di comprarla, il governo Draghi esercitò lo strumento della “golden power”. E così la fabbrica è stata acquisita dalla multinazionale olandese Asm che ha stabilimenti in diverse parti del mondo. “Per questo siamo di fronte a una delocalizzazione – attacca Marco Verga, della Fiom Cgil Milano – perché Asm ha stabilimenti anche a Singapore, vicino alla Cina, e quindi probabilmente nei calcoli di questa multinazionale c’è il fatto di avvicinarsi con le produzioni alla Cina”. Per il sindacalista si tratta di “un campanello d’allarme non solo per i lavoratori di Baranzate ma per tutto il paese”. E al governo i rappresentanti dei lavoratori chiedono “attenzione perché se nel 2021 eravamo strategici, dobbiamo esserlo anche oggi. Serve un intervento per frenare la volontà aziendale di portare la produzione fuori dall’Italia”.

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