“I Pro Pal mettono Udine a ferro e a fuoco“. “I Pro Pal prendono a calci la polizia e la Nazionale”, “Furia Pro Pal“. E’ la sintesi con cui i giornali di destra hanno informato i loro lettori sugli incidenti avvenuti al termine del corteo Pro Pal organizzato poco prima di Italia-Israele, a Udine. E’ finita con 13 fermi, due arresti, vari feriti (tra cui una giornalista Rai). In queste ricostruzioni non c’è spazio per tutto il resto del contesto, così come raccontato non certo dagli organizzatori della manifestazione quanto dalla stessa questura friulana: “La maggior parte dei manifestanti si è concentrata nell’area verde della piazza mentre un gruppo di circa 200/300 persone ha cercato di oltrepassare il cordone della polizia antisommossa per dirigersi verso lo stadio Friuli”. Insomma: 300 su 9mila partecipanti totali. I manifestanti incappucciati che avevano l’intenzione di rompere cordoni e regole erano stati già respinti in precedenza dallo stesso servizio d’ordine del corteo che ha fatto quello che ha potuto finché è stato possibile. Nelle immagini Local Team si vede il confronto – anche a duro muso – tra i componenti della catena umana che cercava di dare ordine allo spezzone del corteo e i 300 che si erano staccati dal troncone principale.
I manifestanti sono stati inizialmente allontanati senza l’uso della forza su largo delle Grazie, ma poi il gruppo al grido di: “Stadio, stadio!” e “Corteo, corteo!” è riuscito a sfondare il cordone del servizio d’ordine tentando di forzare il blocco dei reparti antisommossa, attaccato con un massiccio lancio di oggetti e fuochi d’artificio. Da lì, gli incidenti.