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Antisemitismo, la ministra Roccella contro gli atenei e le gite ad Auschwitz: “Utili solo a ribadire che era una questione fascista”

La titolare del ministero della Famiglia al convegno dell’Unione delle Comunità Ebraiche a Roma: "Il 7 ottobre? L’antisemitismo fa vedere l’azione di Israele come sproporzionata"
Antisemitismo, la ministra Roccella contro gli atenei e le gite ad Auschwitz: “Utili solo a ribadire che era una questione fascista”
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“Siamo di fronte a una nuova pagina della guerra e dell’ennesimo conflitto israelo-palestinese. Ma di fronte a questa nuova pagina, che comincerà con il tanto atteso ritorno degli ostaggi, se ne deve aprire una di riflessione: a questo dovrebbero essere deputate le aule universitarie e dovrebbero pensare i docenti universitari. Le università sono state fra i peggiori luoghi di non-riflessione”. Lo ha detto la ministra della Famiglia e per le Pari Opportunità Eugenia Roccella al convegno dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane (Ucei) ‘La storia stravolta e il futuro da costruire’, organizzato al Cnel a Roma. Per la ministra, “fin dall’inizio (dal 7 ottobre) non c’è stato moto unanime di solidarietà che ci saremmo aspettati: credo ci fosse un antisemitismo strisciante con cui Italia non ha mai fatto i conti fino in fondo, e che aveva già cominciato ad agire. L’antisemitismo fa leggere questa storia in questo modo, vedendo l’azione di Israele come sproporzionata”.

“L’ultimo segnale negativo arriva dall’Università di Bologna, dove il senato accademico ha votato una mozione per non avere più collaborazioni con università israeliane. Di fronte a tutto questo serve trovare altri luoghi dove riflettere e pensare. E da cui si può arrivare a quei ragazzi che manifestano in maniera inconsapevole ma non innocente per una Palestina dal fiume al mare, per la difesa di Hamas, con slogan orribili sul 7 ottobre”, ha affermato la ministra. Aggiungendo: “Aprire una nuova pagina è compito nostro e vostro. Il 7 ottobre è stata valicata una frontiera dell’umano, una data che si pensava sarebbe rimasta nella nostra coscienza universale – ha ribadito Roccella -. Non solo non è stato così ma non lo è stato neanche all’inizio, si è pensato che questo orrore sia stato sommerso da altri fatti, partigianerie di altro genere. Ma in realtà non ho visto sin dall’inizio una reazione unanime di dolore e partecipazione. Non c’è mai stata una manifestazione di massa, di piena partecipazione, a difesa degli ostaggi, per esempio”.

La ministra si è poi concentrata sulle gite scolastiche ad Auschwitz: “Sono state davvero gite? A che cosa sono servite? Secondo me sono state incoraggiate e valorizzate perché servivano effettivamente all’inverso. Servivano a dirci che l’antisemitismo era qualcosa che riguardava un tempo ormai collocato nella storia, e collocato in una precisa area: il fascismo. Le gite ad Auschwitz secondo me sono state un modo per ribadire che l’antisemitismo era una questione fascista e basta”. “E quindi – prosegue Roccella – che il problema era essere antifascisti, non essere antisemiti, non controllare fino in fondo quello che è avvenuto nel nostro passato, non fare i conti fino in fondo con quello che è avvenuto. Io penso che il problema oggi è proprio questo: fare i conti con il nostro antisemitismo, fare i conti con il nostro passato senza illuderci che tutto si è affinato in un’epoca storica e in un’area politica, cosa che trovo difficile sostenere”.

Quelle di Roccella sarebbero “parole deliranti”, ha commentato il senatore Francesco Verducci, vicepresidente della commissione straordinaria contro intolleranza, razzismo, antisemitismo, istigazione all’odio e alla violenza. Convinto che “Mai si era arrivati a violare la memoria di Auschwitz per una spicciola polemica e strumentalizzazione politica”. Ancora: “Auschwitz e la Shoah sono responsabilità storica della follia omicida del nazifascismo. I viaggi di istruzione ad Auschwitz, e non ‘gite’ come dice la Ministra, servono ad onorare la memoria degli italiani che caddero per mano delle leggi razziali promulgate dal fascismo, condotti nei campi di sterminio nazisti. Quindi no, cara Ministra Roccella, nè i viaggi di istruzione ad Auschwitz nè l’istituzione del giorno della memoria sono frutto di manipolazione: essi sono il rispetto della verità storica, ovvero l’antisemitismo che diventa genocidio ad opera del nazifascismo, che tutti noi abbiamo il dovere di ricordare, di contrastare, di trasmettere alle nuove generazioni”. Duro anche il commento di Irene Manzi, responsabile nazionale scuola del Pd: “È paradossale, poi, che proprio in un evento organizzato per “non stravolgere la storia”, si sentano parole che negano o minimizzano le responsabilità fasciste nella Shoah”. “E’ compito delle istituzioni- tutte- preoccuparsi e farsi carico dell’ondata di odio, razzismo e intolleranza che attraversa la società, spesso alimentata anche da ambiguità e silenzi all’interno della stessa area politica di governo”.

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