Trump: “Ho preso una decisione sui missili Tomahawk a Kiev”. Mosca: “Rischi di uno scontro molto alto”
“Ho già preso una decisione, più o meno”. Il presidente Usa Donald Trump ha maturato la convinzione di inviare missili Tomahawk a lunga gittata in Ucraina, ma prima vuole capire come verranno utilizzati. Lo ha dichiarato nella tarda serata di ieri: “Credo di voler scoprire cosa ne stanno facendo. Sai, dove li stanno mandando. Immagino che dovrei porre questa domanda“, ha risposto ai giornalisti nello Studio Ovale, specificando di voler evitare un’escalation militare con la Russia. I Tomahawk possono coprire 2400 chilometri. Mosca aveva già allertato sui rischi dell’inasprimento del conflitto, qualora l’Occidente rafforzasse militarmente Kiev con armi a lunga gittata. Oggi l’allarme del Cremlino è risuonato ancora, dopo le dichiarazioni di Trump. La consegna dei missili dagli Usa all’Ucraina sarebbe “una seria escalation”, perché “possono anche portare ordigni nucleari”, ha ammonito il portavoce Dmitry Peskov. “Dobbiamo aspettare dichiarazioni più chiare” da parte di Trump, ha aggiunto l’uomo di Putin.
L’Ucraina rivendica di poter attaccare in profondità – Kiev oggi ha sottolineato di poter colpire in profondità nel territorio della Federazione, non solo al confine. Le forze speciali ucraine hanno rivendicato l’attacco nei giorni scorsi cntro una nave russa della Flotta del Mar Baltico, a mille chilometri dalla linea del fronte, sul Lago Onega. Si tratterebbe dell’imbarcazione Grad, una corvetta di nuovo tipo armata di missili Buyan M. Le forze di sicurezza di Kiev hanno post l’asticella con il record di duemila chilometri, dopo che ieri è stata colpita una raffineria a Tyumen. I Tomahawk potenzierebbero ulteriormente la capacità di colpire in profondità.
Notte di attacchi – Intanto proseguono gli attacchi di droni. Per la seconda notte consecutiva, Mosca accusa l’Ucraina per decine di velivoli intercettati. Il ministero della Difesa ha dichiarati di aver abbattuto 184 droni. La gran parte sorvolava le regioni di Kursk e Belgorod, al confine. Ieri la Russia sosteneva di averne intercettato 251.
Le autorità di Kiev invece denunciano l’attacco nella notte nella zona di Kherson, est dell’Ucraina: almeno una persona è morta e altre sono rimaste ferite. Lo riferisce il governatore della regione Oleksandr Prokudin via Telegram. Secondo media locali un attacco con droni nella regione di Poltava avrebbe provocato incendi e blackout elettrici in diverse località, per via dei danni all’infrastruttura ferroviaria, energetica e ad altri edifici.
Kiev denucia gli attacchi alla centrale atomica – L’Ucraina “condanna fermamente la nuova pericolosa escalation della Russia intorno alla centrale nucleare di Zaporizhzhia e considera i bombardamenti come parte di una strategia deliberata volta a bloccare i lavori di riparazione”. Lo ha dichiarato il ministero degli Esteri di Kiev in una nota riportata dalla testata Ukrinform. Da quasi due settimane la centrale è senza alimentazione elettrica, mentre i lavori di manutenzione stentano sotto i colpi della guerra. Le autorità ucraine hanno denunciato i numerosi attacchi nelle immediate vicinanze della più grande centrale d’Europa, registrati dall’Agenzia internazionale per l’energia atomica il 6 ottobre: “Una provocazione consapevole da parte della Russia”, con il rischio “di provocare una catastrofe nucleare di portata continentale”, si legge ancora.
Tomahawk dagli Usa a Kiev? Mosca ha già messo in guardia Trump – La decisione della Casa Bianca era già stata paventata da Mosca. La potenziale decisione di inviare missili Tomahawk a Kiev, aveva dichiarato Putin il 5 ottobre, “rovinerà le nostre relazioni o almeno il trend positivo emergente in queste relazioni”. Già la scorsa settimana il vicepresidente degli Stati Uniti J.D. Vance aveva annunciato le discussioni alla Casa Bianca sull’invio dei missili da crociera all’Ucraina, con la decisione finale nelle mani di Donald Trump. Anche il 2 ottobre Putin aveva messo in guardia gli Usa sui Tomahawk per Kiev: “un nuovo livello di escalation, anche nelle relazioni tra Russia e Stati Uniti”.
Cremlino: “Europa sulla via dell’escalation, rischi molto alti” – Ieri Mosca aveva messo in guardia l’Occidente sui rischi di una escalation militare dal potenziale devastante. L’Europa è “sulla via della escalation” contro la Russia e i rischi di uno scontro “sono molto alti”. L’allarme è stato lanciato dal vice ministro degli Esteri di Mosca Alexander Grushko, una replica alle accuse rivolte da Paesi Ue sullo sconfinamento di droni e jet russi. L’ultimo caso ieri all’aeroporto di Oslo, con voli in ritardo e dirottamenti. Ma l’avvistamento non è stato verificato e la polizia non ha potuto confermare se si trattasse di un drone o un altro tipo di velivolo.
Il fenomeno dei droni è “una grave minaccia alla nostra sicurezza”, aveva denunciato qualche ora prima il cancelliere tedesco Friedrich Merz, affermando che i velivoli “probabilmente vengono dalla Russia”. “Tuttavia – ha specificato il capo del governo tedesco – è probabile che ci siano anche dei free rider che pilotano droni privatamente”. Ad oggi nessuna prova ed evidenza sull’origine dei velivoli. “Ci sono molti politici in Europa che tendono ad accusare la Russia di tutto”, ha risposto il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, citando accuse “infondate e indiscriminate”. “La vicenda di questi droni è davvero strana, come minimo”, ha aggiunto il portavoce del presidente Vladimir Putin.
Secondo i servizi d’intelligence russi per l’estero (Svr) la Gran Bretagna starebbe preparando una “vile provocazione”: un finto attacco a una nave “in uno dei porti europei”, per incolpare Mosca con il fine di “giustificare il bisogno di ulteriori aiuti militari” a Kiev. Il vice ministro Grushko ha additato come fonte di escalation le esercitazioni, “sempre più aggressive”, sul fianco est della Nato, con “scenari di operazioni di sbarco offensive”.