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Terra dei Fuochi, a Napoli il primo arresto in flagranza di reato per spedizione illegale di rifiuti

Arrestato un imprenditore 32enne di un'azienda di Caivano. Il pm aveva chiesto i domiciliari, rigettati: l'indagato è tornato in libertà. Sequestrate 370 tonnellate di rifiuti, una parte era destinata in Turchia
Terra dei Fuochi, a Napoli il primo arresto in flagranza di reato per spedizione illegale di rifiuti
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Il battesimo del decreto ‘Terra dei Fuochi’ avviene in provincia di Napoli. Qui c’è stato il primo arresto per il nuovo delitto di spedizione illegale di rifiuti, un delitto previsto nel decreto di agosto, convertito in legge cinque giorni fa. Misura cautelare per un imprenditore 32nne di San Giuseppe Vesuviano, C. C., accusato di aver effettuato una spedizione di rottami ferrosi verso la Turchia.

I carabinieri del Noe di Napoli hanno bloccato il trasferimento in totale di 370 tonnellate di rifiuti, 120 a bordo di quattro automezzi utilizzati per il trasporto e sequestrati, ed altri 250 trovati scoperti nell’impianto aziendale, e hanno arrestato il legale rappresentante della società di Caivano che aveva prodotto il carico. Il giudice per le indagini preliminari di Napoli Nord ha convalidato la misura cautelare emessa in flagranza di reato, disponendo però l’immediata liberazione dell’indagato, non ritenendo sussistente il pericolo di reiterazione del reato. Scongiurato, secondo il magistrato, dal sequestro dei rifiuti speciali: il pm aveva chiesto i domiciliari.

I controlli sfociati nell’arresto risalgono al 29 settembre. Carabinieri e personale dell’Arpac hanno ispezionato i carichi di quattro autoarticolati presso il molo 42 del porto di Napoli. Erano destinati al porto di Izmir, in Turchia, per un’acciaieria turca, come materiale per la fusione in altoforno. Si è accertato che i rottami, frammisti a rifiuti solidi urbani e rifiuti pericolosi, erano accompagnati da una falsa documentazione attestante inesistenti attività di trattamento/recupero.

Si trattava, in particolare di filtri d’olio, parti di batterie esauste, legno, gomma, poliuretano, schede elettroniche, parti meccaniche di veicoli non bonificati, parti di biciclette, elementi combusti, elementi metallici ossidati, pneumatici, telai di biciclette, imballaggi metallici contenenti residui di oli e/o grasso, cavi elettrici. Il materiale era destinato per lo smaltimento illecito. A bordo dei quattro automezzi sono stati trovate così 120 tonnellate di rifiuti. I successivi controlli presso l’azienda hanno scovato il resto.

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