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Ultimo aggiornamento: 14:22 del 29 Settembre

Stellantis, De Palma (Fiom): “Fermare la grande fuga dall’Italia. Pronti alla mobilitazione, Meloni non può più far finta di nulla”

De Palma: "In 4 anni persi quasi 10mila lavoratori. Meloni non può più far finta di nulla. Servono investimenti, non dividendi"
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“Se entro un mese non ci sarà un riscontro” rispetto all’incontro con l’ad di Stellantis Antonio Filosa e con il governo sull’auto “decideremo con i lavoratori quali iniziative mettere in campo. Siamo pronti alla mobilitazione“. A rivendicarlo il segretario generale Fiom-Cgil, Michele De Palma, nel corso della presentazione del dossier su Stellantis, ribattezzato “La grande fuga“. “Meloni non può più far finta che non ci sia un problema legato all’automotive e a Stellantis nel nostro Paese”, ha continuato De Palma. Per il segretario Fiom “bisogna fermarsi con i dividendi per investire nell’azienda”. Questo perché, dati alla mano, “sono stati distribuiti ai soci 14 miliardi di dividendo dal 2021 a 2024, mentre le lavoratrici e i lavoratori sono per il 61% coinvolti da ammortizzatori sociali.
Nel dossier emerge una forte contrazione negli ultimi quattro anni rispetto al numero di dipendenti di Stellantis nei siti italiani: sono passati da 37.288 nel 2020 a 27.632 nel 2024. Tradotto, in 4 anni sono stati persi 9.656 lavoratori. Ad influire su questo numero sono sicuramente le uscite volontarie. In particolare, attraverso accordi sindacali che la Fiom non ha firmato sono state definite specifiche iniziative di uscita con accompagnamento alla pensione per i lavoratori più anziani e di voluntary leave mediante risoluzioni del rapporto di lavoro. “L’amministratore delegato Antonio Filosa ha preso in mano una situazione drammatica, determinata dal fallimento del piano di Carlos Tavares e proprietà. Chiediamo un confronto con l’amministratore delegato Filosa per la definizione di un piano industriale che deve prevedere nuovi modelli mass market perché quelli annunciati non bastano a saturare gli stabilimenti”. Ma non solo: Fiom rivendica anche “un piano per rafforzare la ricerca e sviluppo, il ripristino del progetto della gigafactory, il rilancio di Maserati e di Alfa Romeo, oltre che nuove assunzioni per invertire la strategia delle uscite incentivate e per rigenerare l’occupazione negli stabilimenti”.
Ma l’appello è rivolto anche all’esecutivo: “Al Governo chiediamo di spostare il confronto sull’automotive dal Mimit a Palazzo Chigi“, ha aggiunto il leader della Fiom, secondo cui il tavolo automotive al Mimit ha prodotto esclusivamente “incentivi per l’acquisto che non sono in grado di risolvere una situazione che è di crisi strutturale del settore con un calo continuo delle produzioni e un aumento dell’utilizzo degli ammortizzatori sociali”. Serve, ha spiegato il sindacato, “portare la produzione ad almeno un milione di veicoli l’anno. E senza investimenti non è possibile rilanciare la produzione di auto nel nostro Paese”.

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