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Ultimo aggiornamento: 10:12 del 28 Settembre

Travaglio: “Invece di chiedere alla Flotilla di tornare, Mattarella e Meloni dicano a Israele che colpirli sarebbe un atto di guerra”

Sul Nove il giornalista ha definito l'iniziativa "un atto di di disobbedienza civile che merita rispetto" e ha spiegato che nel dibattito politico "la questione è stata completamente ribaltata"
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Un atto gratuito, irresponsabile e pericoloso come ha detto Giorgia Meloni? No, per Marco Travaglio, ospite di Accordi&Disaccordi, il talk di approfondimento condotto da Luca Sommi con la partecipazione di Andrea Scanzi in onda il sabato su Nove, “è un atto di di disobbedienza civile che merita rispetto”. Stiamo parlando della Global Sumud Flotilla salpata verso le acque di Gaza tra mille polemiche e appelli al rientro: 52 imbarcazioni con un equipaggio formato da 44 nazionalità diverse con due obiettivi: portare aiuti umanitari nella Striscia e rompere l’assedio che Israele impone su quella zona dal 2007. “Certamente chi chi porta quei viveri non pensa di sfamare oltre due milioni di palestinesi a Gaza – ha spiegato il giornalista – vuole fare un forte gesto politico che merita il massimo rispetto perché ci mettono non solo la faccia, ma si giocano la pelle perché in qualsiasi momento può succedere l’irreparabile. E io vorrei che la Meloni come anche Mattarella, invece di fare degli appelli alla flottiglia, facessero degli appelli a Israele che è nostro alleato per dirgli che nessun blocco navale, nemmeno se fosse giustificato da una guerra, potrebbe giustificare un attacco a delle barche a vela o a motore disarmate, cariche di persone disarmate e di aiuti”.

Il direttore del Fatto Quotidiano ha proseguito dicendo che “non c’è blocco navale che possa impedire loro di arrivare. Non abbiamo nessuna intenzione nemmeno di dichiararci neutrali rispetto a quelle schifezze che vediamo tutti i giorni. – ha detto ancora Travaglio – Ci appelliamo all’alleato Israele avvertendolo che le barche non sono tutte italiane. Per cui anche il fatto che i nostri governanti, il nostro Presidente, pretenda di dare dei suggerimenti a 500 attivisti di 44 paesi diversi è abbastanza velleitario, perché non credo che in Nuova Zelanda gliene possa fregare di meno di quello che dice la Meloni o di quello che dice Mattarella”. e ancora: “In ogni caso dicano a Israele che le barche che battono bandiera italiana sono territorio italiano e che chiunque toccasse quelle barche dichiarerebbe guerra all’Italia. Quindi non siamo noi che dichiariamo guerra a Israele, è Israele che dichiara guerra a noi e a tutti i paesi delle bandiere di quelle barche se osa fare anche soltanto un forellino nello scafo. Qui – ha concluso il giornalista – abbiamo ribaltato completamente la questione. Noi dobbiamo avere paura che vadano là perché se Israele li attacca noi dobbiamo dichiarare guerra a Israele. Ma dico ma siamo fuori di testa? E’ esattamente il contrario“.

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