“Credo che sia cosa buona e giusta manifestare contro il massacro e il genocidio a Gaza. E so, perché è cronaca, che le parole usate dalla presidente del Consiglio, dal presidente del Senato e dal leader della Lega nei confronti dei violenti di Milano non sono state pronunciate contro quello che sta accadendo a Gaza“. Così a Otto e mezzo (La7) il direttore di Limes Lucio Caracciolo commenta le condanne di Giorgia Meloni, Ignazio La Russa e Matteo Salvini sui disordini avvenuti alla Stazione Centrale di Milano, in occasione dello sciopero generale in solidarietà con Gaza.
E aggiunge: “Mi pare che ci sia una certa discrasia: come si fa a mettere insieme le violenze di Milano e il massacro di Gaza? Sono due cose completamente diverse”.
A Lilli Gruber, che gli chiede perché Giorgia Meloni e i suoi alleati evitino di parlare del genocidio in corso, la risposta di Caracciolo è netta: “Negli ultimi mesi, per quanto riguarda almeno la politica internazionale, lei ha scelto di non parlare o di dire delle cose che lasciano tutto un po’ com’è. Forse perché non riesce a trovare una posizione difendibile tra la destra americana, che peraltro è divisa pure quella su Israele, e i leader europei a cui normalmente facciamo riferimento”.
Il direttore di Limes mette l’accento non tanto sulla linea diplomatica, quanto sull’urgenza di azioni concrete. “Francamente questo mi interessa poco, mi interesserebbe di più nel momento in cui c’è il massacro che qualcosa facessimo. E vuol dire qualcosa di concreto, per esempio aiutare quei palestinesi che dovrebbero essere evacuati e che noi potremmo evacuare se volessimo“.
Caracciolo infine suggerisce anche una strada operativa: “Se si facesse per esempio una coalizione dei volenterosi, cioè dei paesi europei più importanti, che si offrisse di portare via quelli che vogliono e possono, già faremmo qualcosa di utile. Se continuiamo a parlare del nulla, allora non se ne esce”.