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Che futuro ha Marcell Jacobs? Lui pensa al ritiro, ma non deve mollare: lo dice anche il crono nella 4×100. Giusto il consiglio di Bolt

Il velocista azzurro può ancora correre forte, il crono della staffetta ai mondiali è in linea con le sue prestazioni migliori. Le parole del più forte di sempre: “Per riprendersi dagli infortuni meglio fermarsi, anche a lungo”
Che futuro ha Marcell Jacobs? Lui pensa al ritiro, ma non deve mollare: lo dice anche il crono nella 4×100. Giusto il consiglio di Bolt
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Per diventare eroe nazionale, ai Giochi di Tokyo 2021, gli sono bastati 9’’80 secondi. Una trentina di centesimi in meno del tempo che quattro anni dopo, sulla stessa pista che gli ha regalato l’oro olimpico nei 100 m (unico italiano a riuscirci), ha lasciato solo amarezza e il ricordo di un momento magico. Ai Mondiali di atletica leggera, il viaggio di Lamont Marcell Jacobs nella velocità è parso quasi alla fine. Lo ha dichiarato lui stesso, ai microfoni di Rai Sport, dopo il 10’’16 della semifinale individuale. “Non so se correrò ancora. L’anno scorso mi ero fatto una promessa: se avessi avuto ancora una stagione difficile, non so quanto avrei potuto continuare. Devo prendermi un po’ di tempo e capire se vale la pena continuare a soffrire così”.

Perché competere ad alti livelli richiede sacrifici. Di energie, ritmi. Bisogna vivere “20 ore su 24 pensando all’attività sportiva”. E quando entri nella storia, a volte le aspettative sembrano non contemplare la fragilità umana. Adesso per Jacobs la famiglia chiama, anche perché “non ho più 22 anni”, aveva sottolineato pochi giorni fa. Sabato 20 settembre, però, le batterie della 4×100 hanno dimostrato che il velocista delle Fiamme Oro può pensare di posticipare l’idea del ritiro. Nella sua frazione, la seconda, è arrivato il crono da campione. 9’’01, il terzo migliore della sessione nonostante l’incidente con il collega sudafricano Shaun Maswanganyi, che ha poi portato al ricorso (respinto) dell’Italia. L’epilogo della gara non ha sorriso agli azzurri, rimasti senza pass per la finale, ma ha lasciato delle certezze.

Il tempo della staffetta parla: Jacobs può ancora correre forte

Jacobs può ancora correre forte. Il tempo della 4×100 è in linea con le sue potenzialità. Agli Europei di Roma 2024, quando il quartetto della nazionale vinse l’oro, passò il testimone in 8’’98, alle Olimpiadi di Parigi in 8’’96. Ai Giochi di Tokyo, con la staffetta che fece sognare il Paese coronando con il gradino più alto del podio una spedizione da ricordare, chiuse in 8’’925. Stagioni diverse, certo. Senza tamponamenti in gara e in condizioni fisiche probabilmente migliori. Quest’anno, lo sprinter di Desenzano del Garda è volato in Giappone con tanti punti interrogativi. “Sicuramente venire qui è stato un po’ un azzardo, ma non sono uno di quelli che gareggia solo per partecipare”, aveva chiarito subito dopo l’eliminazione dai 100 metri. La delusione per un tempo individuale normalissimo, anche alto, rimane. Il 9’’01 della 4×100 di pochi giorni fa, con rischio di caduta e ripartenza praticamente da fermo può essere stato un sussulto d’orgoglio, ma è un segnale che non si può ignorare. Prima di annunciare l’addio definitivo alla pista, dovrà tenerne conto pure lui.

Il tabù infortuni e la ricerca della migliore condizione

Le ultime stagioni, tra noie e fastidi fisici e più bassi che alti, sono state difficili. E alle soglie dei 31 anni, pensare di smettere può essere lecito. Dopo lo straordinario oro di Tokyo, Jacobs non ha più replicato prestazioni simili. Ha corso sotto i 10 secondi solo altre sette volte. A quel 9’’80 fatto registrare in Giappone nella rassegna a cinque cerchi, suo miglior crono sui 100 metri e tuttora record italiano ed europeo, è andato vicino solo nella finale delle Olimpiadi di Parigi, chiudendo quinto con 9’’85. Nonostante non abbia più ritrovato la forma con cui si è lasciato alle spalle il resto del mondo, i risultati di prestigio sono però arrivati lo stesso. Nel 2022, il titolo mondiale indoor a Belgrado sui 60 metri, battendo l’allora campione in carica Christian Coleman con 6’’41 e stampando il nuovo primato europeo. Nello stesso anno, l’oro agli Europei di Monaco di Baviera sui 100 metri, confermato poi nel 2024 a Roma. In mezzo tanti stop fisici (glutei, nervo sciatico, contratture agli adduttori, vari problemi muscolari), poche gare, tappe della Diamond League, Golden Gala e meeting internazionali saltati, oltre alla delusione dei Mondiali di Budapest 2023, dove rimase fuori dalla finale.

La sensazione è che il più grande tallone d’Achille di Jacobs siano gli acciacchi fisici, perché quando è stato bene ha dimostrato di essere lì, a giocarsela con i migliori. Raggiunto dalla Gazzetta dello Sport, anche il re della velocità Usain Bolt gli ha suggerito di “pensare a se stesso, alla sua vita e alla sua routine. Per riprendere nel modo giusto dagli infortuni, meglio fermarsi. Anche a lungo. Quando capitava a me, passavo da un consulto a un altro”. Trovata una buona condizione fisica e mentale, per il campione azzurro si tratterebbe di mettere benzina nelle gambe scendendo di più in pista. Nel 2026 ci sono da difendere due ori agli Europei di Birmingham, nei 100 metri e nella 4×100. I Giochi di Los Angeles 2028, poi, non sono lontani. E se ripetere quei 10 minuti che, insieme a Gianmarco Tamberi, lo hanno consegnato alla storia dell’atletica italiana e l’hanno rivoluzionata è una missione (quasi) impossibile, esserci e in forma sarebbe comunque un’iniezione di fiducia per lui e per i compagni. E il miglior modo per onorare la carriera con un ultimo ballo olimpico.

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