L’arbitro Rapuano retrocesso: dopo Verona-Juve e le proteste di Tudor arriva la bocciatura dell’Aia
Quattro giornate di campionato sono bastate per alzare i toni e accendere i riflettori sulle prestazioni arbitrali. Al centro delle polemiche c’è Antonio Rapuano, direttore di gara di Verona-Juventus terminata 1 a 1, la cui prova non ha convinto i vertici dell’Aia. L’arbitro sarà destinato, nelle prossime settimane, a dirigere incontri di Serie B, segnale chiaro della valutazione negativa ricevuta.
La partita del Bentegodi ha lasciato strascichi soprattutto per due episodi chiave. Il primo riguarda il rigore assegnato al Verona per un tocco di mano di Joao Mario: decisione che, pur seguendo l’interpretazione attuale della regola, ha suscitato discussioni sulla reale volontarietà e sull’opportunità di rendere sempre punibili situazioni simili. Il secondo episodio, ben più grave agli occhi dei responsabili arbitrali, è stato il colpo con il braccio di Orban ai danni di Gatti. Un gesto ritenuto da molti come condotta violenta, con l’impatto arrivato fino al volto del difensore juventino. In questo caso, il cartellino rosso sarebbe stato la misura più appropriata, ma Rapuano si è limitato al giallo, senza che il Var intervenisse in maniera risolutiva. La valutazione bassa ricevuta dall’arbitro nasce proprio da questa scelta considerata determinante.
“Oggi avrei voluto avere un altro arbitro“, ha detto il tecnico della Juventus Igor Tudor a Dazn dopo il pareggio 1-1 con il Verona. “C’è il rigore dato che è una roba vergognosa, come può… uno non vede la palla, cosa deve fare? Non esistono questi rigori qua. Lo possono dare solo quelli che non hanno mai giocato a calcio. Questa è una regola vergognosa. Poi il rosso su Gatti, io ero davanti, l’ho visto io. Mai viste due decisioni così”, ha tuonato Tudor. Per poi rincarare la dose: “Se questo non è rosso, veramente, una vergogna. Una vergogna. Non voglio parlare di questo, di scuse, ma alla fine si decidono le partite così”.