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Manovra, spero che nella manifestazione Cgil del 25 ottobre sia inserita anche la questione abitativa

Un appello alla Cgil perché includa nella protesta contro la legge di bilancio anche il tema del caro affitti e della precarietà abitativa
Manovra, spero che nella manifestazione Cgil del 25 ottobre sia inserita anche la questione abitativa
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Stiamo avviandoci verso l’autunno e oltre al tema delle guerre e dei genocidi si sta iniziando a ragionare sulla nuova legge di bilancio. A tal proposito la Cgil ha annunciato per sabato 25 ottobre una manifestazione in preparazione alla legge di bilancio e avrà come temi centrali quello del salario, della precarietà, della sanità pubblica, dell’istruzione, delle politiche industriali e ovviamente il no alle politiche di guerra e di riarmo che drenano risorse a scapito degli interventi sociali.

Con la manifestazione, sostenuta da una vasta rete di associazioni, la Cgil si propone di unire le rivendicazioni sociali e fiscali. In particolare la Cgil afferma che tra il 2022 e il 2024 si è verificato un aumento dell’inflazione del 16% e questo ha comportato un maggior prelievo fiscale in busta paga, conosciuto come fiscal drag. La Cgil ha quantificato il fiscal drag in circa 24 miliardi di euro in più prelevati da lavoratori e pensionati che il sindacato propone siano redistribuiti utilizzando queste risorse sui temi sopraccitati dai salari alla sanità, dalla pubblica istruzione, al contrasto alla precarietà lavorativa.

Sono temi e obiettivi importanti e condivisibili, ma è un peccato che in tale ambito la Cgil abbia dimenticato il tema del disagio e della precarietà abitativa. Il caro affitti pesa sui sempre più magri stipendi, ricordando che 4 milioni sono i lavoratori che pur lavorando sono poveri. Eppure è noto come la questione abitativa abbia uno stretto legame con i redditi e con il lavoro.

Ad ottobre conosceremo i dati ufficiali di Istat e del Ministero dell’interno sulla povertà assoluta e sugli sfratti entrambi relativi al 2024. Ad oggi siamo fermi ai dati ufficiali del 2023 che sono comunque rilevanti: oltre un milione le famiglie che sono in affitto ma con redditi da povertà assoluta; circa 40.000 le sentenze emesse ogni anno, circa 25mila le famiglie sfrattate con la forza pubblica; circa 600mila le famiglie nelle graduatorie per una casa popolare certificate come aventi diritto ad un alloggio pubblico.

Così come un po’ troppo sottotraccia non si affronta la questione degli espropri di alloggi acquistati da lavoratori che non sono riusciti a pagare i ratei dei mutui proprio perché i redditi da lavoro, che sono regrediti negli ultimi dieci anni, non lo hanno permesso.

Sono dati che richiamano una precarietà in materia abitativa che coinvolgono milioni di persone ed è proprio tenuto conto di ciò che sono rimasto stupito dal fatto che la Cgil abbia omesso – involontariamente o volontariamente – tra i temi e gli obiettivi della manifestazione del 25 ottobre, riferita alla legge di bilancio, la questione del diritto alla casa a costi sostenibili e ad affitto sociale.

Credo che vada rivolto un appello alla Cgil affinché la questione abitativa sia dentro quella manifestazione, tra i temi e gli obiettivi che un grande sindacato come la Cgil non può non porre nella sua piattaforma. Perché si possa affrontare il caro affitti, magari abrogando il libero mercato e quel regalo alla rendita immobiliare che è la cedolare secca per chi affitta a libero mercato; la necessità di aumentare il parco alloggi di case popolari senza consumo di suolo; perché aumenti la disponibilità di alloggi sociali ad affitti agevolati e le residenze pubbliche studentesche; avviare un piano straordinario di sostegno alla realizzazione di comunità energetiche rinnovabili e solidali a partire dai caseggiati periferici di case popolari per contrastare il caro bollette energetiche; per regolamentare l’impatto degli affitti turistici.

Vi è la necessità che tali obiettivi siano dentro la manifestazione del 25 ottobre e che siano parte integrante dei punti che la Cgil assume tra quelli centrali di confronto con il governo. Spero che la Cgil nelle prossime ore o giorni batta un colpo in tal senso, magari anche convocando un incontro verso il 25 ottobre con i sindacati inquilini e i movimenti per l’abitare: sarebbe un segnale molto forte e discontinuo.

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