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La Casa Bianca non si arrende sulla Fed: ricorso alla Corte Suprema per licenziare Lisa Cook

Il Dipartimento di Giustizia chiede l'intervento della Corte Suprema sul caso della governatrice Fed, accusata di frode da Donald Trump che vuole cacciarla
La Casa Bianca non si arrende sulla Fed: ricorso alla Corte Suprema per licenziare Lisa Cook
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Il dipartimento di Giustizia ha chiesto alla Corte Suprema a rendere effettivo il licenziamento, da parte del presidente Usa Donald Trump, della governatrice della Federal Reserve, Lisa Cook, per le accuse finora non provate di frode su dei mutui. La richiesta avviene all’indomani della decisione della Fed di tagliare i tassi di interesse. Cook ha partecipato alla votazione chiave, dopo che una corte d’appello aveva respinto la richiesta dell’amministrazione Usa di intervenire in anticipo. Cook ha votato con la maggioranza per il taglio di un quarto di punto.

Trump aveva annunciato il licenziamento di Cook il 25 agosto in seguito ad accuse secondo cui la governatrice avrebbe commesso frodi ipotecarie legate a due proprietà acquistate nel 2021, prima di entrare nella Fed. La giudice distrettuale statunitense Jia Cobb ha stabilito che le accuse probabilmente non costituiscono una causa legale sufficiente per licenziarla, mentre il contenzioso segue il percorso giudiziario.

Nella sua sentenza, il giudice Cobb ha messo in dubbio la natura delle accuse mosse dall’amministrazione Trump e ha osservato che il caso di Cook è il primo di questo tipo di rimozione “nei 111 anni di storia della Federal Reserve”, istituzione Usa che sta affrontando crescenti pressioni politiche da parte del tycoon. Per sostituirla Trump ha scelto Stephen Miran, presidente del Council of Economic Advisors.

Durante la sua audizione di conferma l’economista ha detto ai senatori che “il board della Fed è un gruppo indipendente con un compito monumentale” e ha garantito di voler “preservare tale indipendenza”. Miran – autore di un paper considerato il “piano” di Trump per ridisegnare l’ordine commerciale e finanziario globale – ha evitato di fare palesi passi falsi, ma ha affermato che “il presidente ha diritto a un parere sulla politica monetaria appropriata, così come chiunque altro sia interessato all’argomento”.

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