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“C’era un frangivento a bordo pista, gravissima mancanza di prevenzione”: Adolfo Lorenzi parla dell’incidente mortale di Matteo Franzoso

Il padre della sciatrice morta nel 2024 è intervenuto sul tema sicurezza dopo la tragedia che ha colpito il 25enne italiano in Cile: dal tema delle piste di allenamento alla cultura della prevenzione da costruire
“C’era un frangivento a bordo pista, gravissima mancanza di prevenzione”: Adolfo Lorenzi parla dell’incidente mortale di Matteo Franzoso
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La morte di Matteo Franzoso ha scosso il mondo dello sport e ha riportato d’attualità il tema della sicurezza nello sci. Lo sciatore italiano, 25enne, è deceduto dopo la bruttissima caduta di domenica 14 settembre mentre si allenava in Cile, sulla pista di La Parva, a 50 km dalla capitale cilena. Franzoso è caduto affrontando il primo salto del tracciato di allenamento, finendo sbalzato in avanti verso le reti. Ha oltrepassato due file di reti e ha sbattuto contro la staccionata posizionata 6-7 metri fuori dal tracciato. “Non è una fatalità, ma una gravissima mancanza di prevenzione, da manuale”, attacca Adolfo Lorenzi, padre di Matilde, giovane sciatrice 19enne morta nell’ottobre 2024 proprio dopo una caduta in allenamento in Val Senales. “La dinamica è chiara. Matteo è scivolato, è passato sotto le reti e ha battuto contro un frangivento a bordo pista. Sarebbe come mettere pali ai bordi dell’autostrada al posto dei guardrail”, sottolinea Lorenzi a Repubblica. Una denuncia che è anche una speranza: “All’inizio della stagione sciistica, una cosa del genere deve dare la sveglia alle istituzioni”.

Il tema della sicurezza nello sci riguarda le piste adeguate e le maggiori reti di protezione, ma anche la velocità sempre maggiore degli sci dovuta ad una ‘estremizzazione’ dei materiali. Già poche ore dopo la morte erano stati diversi gli interventi a riguardo: da Kristian Ghedina, ex discesista azzurro, fino a Lucrezia Lorenzi, sorella di Matilde. E il presidente dello sci club di Sestriere, Alessandro Garrone, è stato chiaro: “Le regole sulla sicurezza delle piste devono essere riviste e adeguate a velocità sempre maggiori che vengono raggiunte soprattutto nelle discipline veloci. È necessario un intervento immediato e chiedo con forza che tutte le Istituzioni facciano la loro parte”.

Adolfo Lorenzi, che con la famiglia dopo la morte della figlia ha creato la Fondazione Matilde Lorenzi proprio per migliorare la sicurezza degli sciatori sulle piste, spiega qual è il primo problema da risolvere: “Sulle piste da allenamento, dove l’attenzione è minore, purtroppo sarebbe potuto succedere anche in Europa – ha dichiarato-. Dopo l’incidente di mia figlia, e grazie alla nostra insistenza come Fondazione Matilde Lorenzi, in Italia anche i tracciati di allenamento ora devono essere omologati dalla Federazione. Speriamo che l’esempio italiano sia seguito all’estero. Ci stiamo lavorando”.

Poi il padre della sciatrice ha spiegato quali saranno i prossimi obiettivi della Fondazione: “A ottobre, come Fondazione, incontreremo la Federazione internazionale di sci per arrivare a un protocollo globale di sicurezza sulle piste, non solo su quelle da gara. Oltre alle infrastrutture, a essere carente è la cultura della prevenzione, tra genitori, atleti, allenatori. Sulle piste si vedono ancora maestri di sci senza casco. Negli sci club ci sono istruttori che non consigliano l’uso dell’airbag ai ragazzi. E molti atleti non indossano tute antitaglio, per ragioni di comodità. Così non se ne esce”, ha concluso Adolfo Lorenzi.

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