Morto Matteo Fronzoso, il discesista azzurro aveva 25 anni: sci in lutto. Il nodo della sicurezza
Matteo Franzoso è morto. Lo sciatore italiano, 25 anni, non è sopravvissuto alla bruttissima caduta di ieri – domenica 14 settembre – in allenamento sulle nevi delle Ande, in Cile. La sua famiglia era appena arrivata a Santiago, dove il giovane era ricoverato in coma farmacologico. A dare la notizia i sanitari locali, che hanno informato la commissione medica Fisi e il presidente federale. L’atleta azzurro, che domani 16 settembre avrebbe compiuto 26 anni, non ha superato le conseguenze del trauma cranico e del conseguente edema cerebrale, che si era creato dopo la caduta avvenuta sabato durante un allenamento sulla pista di La Parva, a 50 km dalla capitale cilena.
Franzoso è caduto affrontando il primo salto del tracciato di allenamento, finendo sbalzato in avanti verso le reti. Ha oltrepassato due file di reti e ha sbattuto contro la staccionata posizionata 6-7 metri fuori dal tracciato. Raggiunto dall’elisoccorso, l’azzurro delle Fiamme Gialle, cresciuto sciisticamente al Sestriere, è stato ricoverato nel reparto di terapia intensiva e indotto al coma farmacologico. Col passare delle ore, però, il fisico di Franzoso non ha retto ai danni creati dal trauma.
Chi era Matteo Franzoso
Il comunicato della Federsci ricorda Matteo Franzoso, come un “ragazzo solare, sorridente e gentile”. Era arrivato a La Parva il 6 settembre per la sessione di allenamenti sulla neve assieme agli altri velocisti Mattia Casse, Florian Schieder, Guglielmo Bosca, Christof Innerhofer, Benjamin Alliod, Nicolò Molteni, Marco Abbruzzese e Giovanni Franzoni. A loro si era aggiunto anche Dominik Paris.
A livello giovanile, Franzoso era stato quarto in discesa ai Campionati Mondiali junior di Narvik, nel 2020. Aveva esordito in Coppa Europa il 13 dicembre 2017, e la sua prima e unica vittoria nel circuito risale al SuperG del 29 novembre 2021 a Zinal, in Svizzera. Nella stessa stagione, Franzoso aveva fatto il suo esordio in Coppa del mondo, il 17 dicembre, nel superG della Val Gardena. Sono diciassette le sue presenze nel circuito maggiore (11 superG e 6 discese), nelle quali ha fatto registrare il 28esimo posto nel superG di Cortina d’Ampezzo del 28 gennaio 2023 quale miglior risultato. Sempre nel 2023 aveva vinto il titolo italiano nella combinata. L’ultima partenza in Coppa risale alle gare norvegesi di Kvitfjell dello scorso marzo. Anche quest’anno avrebbe dovuto far parte della squadra azzurra impegnata in Coppa del Mondo.
Franzoso era anche molto amico della famiglia di Matilde Lorenzi, la giovane sciatrice 19enne morta nell’ottobre 2024 dopo una caduta in allenamento in Val Senales. Entrambi erano cresciuti sciisticamente al Sestriere. Nel tragico incidente di circa un anno fa, la giovane atleta stava scendendo lungo la pista Gravand G1 quando gli sci si sono divaricati e l’atleta ha perso contatto con il manto nevoso sbattendo violentemente il volto sul terreno ghiacciato. A quel punto uno degli sci si è sganciato e la 20enne è finita fuori pista. Poco tempo fa è nata anche la Fondazione Matilde Lorenzi, che intende promuovere e sviluppare progetti finalizzati proprio all’implementazione della sicurezza nello sci per tutti gli sportivi. Sicurezza che è anche uno dei temi di queste ore, dopo la nuova tragedia che ha colpito Franzoso.
Il commento di Abodi e del presidente Fisi
“Abbiamo sperato e pregato perché Matteo Franzoso ce la facesse … purtroppo se n’è andato, alla vigilia del suo ventiseiesimo compleanno, per un tragico incidente mentre praticava il suo amato sport. Di fronte a tanto dolore non servono altre parole. Pensiamo solo a moltiplicare l’impegno per fare ancora di più per cercare di evitare queste tragedie. Un abbraccio alla famiglia di Matteo e a quella della Fisi”, il messaggio del ministro dello Sport Andrea Abodi. “È una tragedia per la famiglia e per il nostro sport, un dramma che ci riporta allo stato d’animo di poco meno di un anno fa, quando scomparve Matilde Lorenzi. E’ assolutamente necessario fare tutto il possibile perché non si ripetano più episodi del genere”. Così il presidente Fisi, Flavio Roda, nel ricordare l’atleta azzurro Matteo Franzoso. “In questo momento triste e doloroso voglio dire a tutti gli atleti e tecnici, di tutti gli sport, che la Federazione è al loro fianco e che troveranno tutto il supporto necessario. Chiedo il massimo del rispetto per la famiglia di Matteo, alla quale staremo vicini per tutto quanto sarà necessario”, ha aggiunto.
Il tema della sicurezza
Sul tema sicurezza è intervenuto anche Alessandro Garrone, vice Presidente esecutivo Erg Spa e dal 2004 presidente dello Sci Club Sestriere: “In poco tempo dobbiamo contare tre incidenti. A ottobre 2024 Matilde Lorenzi, 20 anni, muore per una caduta in allenamento in val Senales, a marzo 2025 Marco Degli Uomini, 18 anni, muore per una caduta in allenamento sullo Zoncolan, oggi Matteo Franzoso”. Garrone spiega: “Le istituzioni, le federazioni nazionali e internazionali, le associazioni, i produttori di sci e materiali di sicurezza, tutti devono sentire forte la responsabilità verso la salute e la vita degli atleti ed agire con rapidità e determinazione affinché lo sci possa continuare ad essere uno sport emozionante, spettacolare, ma con il livello di rischio consono alla disciplina. Le regole sulla sicurezza delle piste devono essere riviste ed adeguate a velocità sempre maggiori che vengono raggiunte soprattutto nelle discipline veloci. È necessario un intervento immediato e chiedo con forza che tutte le Istituzioni facciano la loro parte”.
Sotto la lente le piste adeguate e maggiori reti di protezione, ma anche la velocità sempre maggiore degli sci dovuta ad una ‘estremizzazione’ dei materiali. “La discesa libera è un mestiere pericoloso e non si può pensare che vada sempre tutto bene. Ma bisogna fare qualcosa come in F1 sul fronte della sicurezza“, ha dichiarato a LaPresse Kristian Ghedina, ex discesista azzurro. “Bisogna aumentare gli spazi di fuga e migliorare le reti di protezione. E poi si potrebbe tornare indietro, fare ad esempio dei materiali che non ti permettano più di creare velocità in curva. Oggi quando fai forza sterzante e sei in grado di sopportare la forza centrifuga prendi velocità e diventi una fionda. Ci sono stati lo scorso anno tante cadute e infortuni anche nelle discipline tecniche. Mi dicono che la Fis sta discutendo con alcune aziende per trovare situazioni per le quali gli atleti non abbiano più queste accelerazioni in curva“, ha aggiunto l’ex azzurro secondo cui si potrebbe anche pensare di trovare un sistema per fare piste sempre più sicure “ma farle al 100% è praticamente impossibile“.