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Il mio appello al ministro Valditara: un minuto di silenzio per la pace il primo giorno di scuola

Il mio appello al ministro Valditara: un minuto di silenzio per la pace il primo giorno di scuola
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Caro ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara,
abbiamo bisogno di pace. E chi meglio di lei può aiutarci a costruirla coinvolgendo i “nuovi” cittadini, coloro che quando noi non ci saremo più saranno i responsabili della democrazia?

“Nel lavoro educativo, parlare della guerra ai più piccoli deve significare soprattutto capire insieme a loro qual è il lavoro dei costruttori di pace. Come possiamo raccontare ai bambini la bellezza di costruire pace?”, scrive Alberto Pellai nel libro Guerra. Le parole per dirla.

Sono tanti i modi con i quali maestri/e, professori e professoresse lungo l’anno lavoreranno sul tema ma il primo passo, la mossa essenziale è quella di riconoscerci tutti insieme in solidarietà, in empatia con chi si trova sotto le bombe. La guerra è lontana per chi non la vive. Il primo ostacolo per chi guarda la guerra da lontano è l’incapacità di capirla. D’immedesimarsi. “Da qui può sembrare un videogioco ma gli attori, in questo caso – scrive Paola Caridi – non sono sagome. Sono ciascuno di noi trasportato in un altro spazio”.

In questo tragico momento, non possiamo iniziare l’anno scolastico senza pensare agli oltre 56 conflitti armati attivi nel mondo e alle migliaia di bambini che non entreranno in aula. Penso a Gaza e Israele, naturalmente, all’Ucraina e alla Russia ma anche alla guerra civile in Sudan; in Somalia; al conflitto in Etiopia, alla regione del Sahel, alla repubblica democratica del Congo, al Myanmar, alla tensione tra India e Pakistan, alla Siria, alla Nigeria orientale così come al Camerun, al Sud Sudan e a tutte le altre guerre.
Ecco perché da maestro, da giornalista, da cittadino sono a chiederle di istituire 60 secondi di silenzio (chiaramente accompagnati da una spiegazione) per il primo giorno di scuola in ogni istituto, di ogni ordine e grado.

A cosa può servire un minuto? Oggi a nulla. In nessuno dei luoghi ove c’è una guerra in corso succederà qualcosa per il nostro minuto di silenzio ma giova ricordare quanto diceva Gino Strada, “Se vuoi la pace, prepara la pace”.

Da alunno, ogni 9 maggio, nel nostro Paese, arrivava una circolare dal ministero dell’Istruzione per ricordare con un minuto di silenzio il presidente Aldo Moro ucciso dalle Br. Non capivo bene chi fosse quell’uomo, cosa fossero le Brigate rosse, ma nel corso della mia maturità ho scelto di approfondire il tema, leggendo testi sulla questione, conoscendo persone vicine a Moro. Quel minuto di silenzio è stato un seme nella mia coscienza di bambino. Se oggi, ogni 9 maggio (e non solo) faccio la stessa cosa con i miei alunni è grazie alla scelta di quel ministro dell’Istruzione.

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