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Sconfitta netta per Milei a Buenos Aires. I peronisti vincono le elezioni provinciali con 13 punti di scarto

Il presidente ultra-liberista aveva trasformato il voto locale in una battaglia politica nazionale. E' indebolito dallo scandalo di corruzione che ha coinvolto la sorella Karina
Sconfitta netta per Milei a Buenos Aires. I peronisti vincono le elezioni provinciali con 13 punti di scarto
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Dura sconfitta per il governo argentino dell’ultraliberista Javier Milei. Il suo partito, La Libertad Avanza, è stato sconfitto in modo netto alle elezioni provinciali di Buenos Aires, dove vivono 14 milioni di persone che rappresentano il 40% della popolazione dell’intero Paese. I candidati del gruppo di opposizione al governo, il movimento peronista di centro-sinistra Fuerza Patria, hanno trionfato con il 47% delle preferenze. Si è invece fermato a 13 punti di distanza, al 33,8%, il partito del presidente argentino.

La sconfitta nella capitale del Paese è particolarmente pesante per Milei, che aveva trasformato la campagna elettorale sul voto locale in terreno di scontro sulla politica nazionale. Elezioni provinciali rese dunque una partita cruciale contro i peronisti, storicamente vincenti nella provincia di Buenos Aires. La promessa del presidente anarco-capitalista era quella di “mettere l’ultimo chiodo sulla bara del kirchnerismo”, facendo riferimento all’ex presidente peronista Cristina Kirchner, oggi agli arresti domiciliari. I risultati gli hanno dato torto. Un chiaro segnale anche sulle politiche economiche del governo, che aveva licenziato migliaia di dipendenti pubblici e tagliato in modo drastico la spesa pubblica.

“Senza dubbio sul piano politico abbiamo registrato una chiara sconfitta e se vogliamo continuare a crescere dobbiamo riconoscerlo”, ha dichiarato il leader ultraliberista a due ore dalla pubblicazione dei primi risultati ufficiali, riconoscendo la debacle. Per poi chiarire che non retrocederà di un passo sul programma economico: “Non siamo disposti a rinunciare a un modello che ha ridotto l’inflazione dal 200 al 30% e che ci fa crescere al 7%. Se abbiamo commesso errori li analizzeremo”.

Sul clima pre-voto ha influito anche lo scandalo di corruzione che ha recentemente travolto Karina Milei, sorella e capa di gabinetto del presidente argentino. In un audio diffuso online nelle scorse settimane, l’ex direttore dell’Agenzia nazionale per la disabilità Diego Spagnuolo citava anche la sorella di Milei tra coloro che avrebbero accettato tangenti da alcune aziende farmaceutiche. Milei ha subito difeso la sorella da quelle che sostiene essere notizie false, ma ha anche rimosso Spagnuolo dal ruolo che ricopriva. Tutto ciò non ha impedito l’esplosione dello scandalo, con inevitabili ripercussioni sulla sua popolarità.

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