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Gazprom avverte l’Europa sul gas: “Avrà seri problemi se l’inverno sarà freddo”

Nonostante la corsa a diversificare le forniture e a incrementare la capacità di rigassificazione, la tenuta energetica del Vecchio Continente resta appesa al meteo e al grado di riempimento degli stoccaggi
Gazprom avverte l’Europa sul gas: “Avrà seri problemi se l’inverno sarà freddo”
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Suonano come un avvertimento alla Ue le parole pronunciate da Alexey Miller, amministratore delegato di Gazprom, al Forum economico di Vladivostok. “Si assiste a una realtà che si sta aggravando sempre di più. E se ci fosse un inverno freddo, un normale inverno freddo? È un vero problema”, ha detto Miller, citando i dati di Gas Infrastructure Europe del 31 agosto: solo due terzi del gas prelevato dai depositi sotterranei europei lo scorso inverno sono stati ricostituiti nei primi cinque mesi della stagione di pompaggio, lasciando un divario di quasi 19 miliardi di metri cubi.

Il messaggio suona come un monito a Bruxelles: nonostante la corsa a diversificare le forniture e a incrementare la capacità di rigassificazione, la tenuta energetica del Vecchio Continente resta appesa al meteo e al grado di riempimento degli stoccaggi.

Mentre mette in guardia l’Europa, però, Mosca consolida i suoi piani di lungo periodo guardando a est. La settimana scorsa Gazprom ha infatti annunciato la firma di un accordo “giuridicamente vincolante” con la Cina per la costruzione del gasdotto Power of Siberia 2 e della sua diramazione di transito Soyuz Vostok attraverso la Mongolia: un progetto colossale capace di trasportare almeno 50 miliardi di metri cubi l’anno, destinati a soddisfare l’inesauribile domanda energetica del Dragone. L’intesa è arrivata dopo anni di stallo, dovuti alle cautele di Pechino nel non dipendere eccessivamente da una singola fonte di approvvigionamento. L’accelerazione si è concretizzata nel trilaterale tra Xi Jinping, Vladimir Putin e il presidente mongolo Ukhnaa Khurelsukh.

Per oltre mezzo secolo la Russia ha fornito all’Europa fino a 180 miliardi di metri cubi di gas all’anno, coprendo il 40% del fabbisogno e incassando circa 90 miliardi di dollari. La guerra in Ucraina ha ribaltato questo schema, riducendo al minimo i flussi verso l’Occidente e spingendo Mosca a cercare sbocchi alternativi in Asia. Oggi Gazprom già rifornisce la Cina attraverso il Power of Siberia 1, che a regime potrà trasportare 38 miliardi di metri cubi annui.

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