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Ultimo aggiornamento: 14:25 del 7 Settembre

Fusione ghiacciai, l’ultimo residuo glaciale sull’Appennino. L’esperto: “Calderone? Anticipa ciò che accadrà sulle Alpi”

Massimo Pecci, del Comitato Glaciologico Italiano, lo studia da oltre 30 anni
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“Il ghiacciaio del Calderone è l’ultimo residuo glaciale dell’Appennino. Dal 2000 l’originario apparato unitario si è suddiviso in due placche di glacionevati che costituiscono un sistema glaciale in evoluzione molto rapida”. Massimo Pecci, responsabile del monitoraggio del ghiacciaio del Calderone del Comitato Glaciologico Italiano, lo studia da oltre 30 anni e conosce bene la sua evoluzione. “Fino a 40 anni fa, quando l’apparato era unitario raggiungeva circa 6 ettari. Ora la somma delle due placche raggiunge, nelle condizioni migliori, i 30mila metri quadri. “I residui dell’ultimo ghiacciaio dell’Appennino si rivelano estremamente utili nello studio del futuro dei ghiacciai a causa del cambiamento climatico” ha spiegato il professore Pecci, che ha aggiunto: “La situazione del ghiaccio presente in Appennino rappresenta quello che potranno diventare le Alpi in un futuro molto prossimo. E a loro volta le Alpi rappresentano quello che potranno diventare le più alte catene montuose della Terra da qui a 50, 100 anni, il limite temporale massimo entro cui vengono studiati, predisposti e analizzati questi scenari”.

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