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Milano, corteo contro lo sgombero del Leoncavallo: “Siamo migliaia”. Presenti politici e personaggi dello spettacolo

Oltre 20mila le persone in piazza secondo gli organizzatori. Lanci di uova e petardi davanti alla prefettura
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Sono migliaia le persone scese in piazza a Milano nel doppio corteo organizzato in solidarietà al centro sociale Leoncavallo, sgomberato lo scorso 21 agosto. 20mila secondo gli organizzatori. I manifestanti hanno raggiunto piazza Duomo, nonostante la prescrizione della questura di terminare la manifestazione in piazza Fontana. Presenti tantissimi striscioni, tra cui uno recita, “Leoncavallo il Sogno alternativo” e “Contro i padroni della città, Leoncavallo 50 anni ancora”. Tra i politici presenti Nicola Fratoianni, leader di Sinistra Italiana e il segretario del Pd di Milano Alessandro Capelli, oltre al presidente di Anpi Milano Primo Minelli. Tra le personalità del mondo dello spettacolo c’è l’attore Paolo Rossi, Bebo Storti e Claudio Bisio.

Durante la manifestazione, all’altezza di piazza Tricolore un gruppo di antagonisti, circa una quarantina, si è staccato dal corteo e ha lanciato uova e petardi contro le forze dell’ordine e ha acceso diversi fumogeni. Al momento il corteo è fermo, si muove con lentezza perché l’obiettivo è arrivare in piazza Duomo alle 18, quando la piazza sarà libera al termine del Giubileo del mondo della scuola.

Prima della partenza alcuni attivisti avevano fatto un blitz pacifico e simbolico contro “la speculazione edilizia” nel cantiere del Pirellone, al centro dell’inchiesta sull’urbanistica a Milano. Azione che ha suscitato la reazione di Manfredi Catella, fondatore e Ceo del colosso immobiliare Coima coinvolto nelle inchieste della Procura di Milano sulla gestione dell’urbanistica. Poco dopo la protesta, l’ufficio stampa del Ceo ha diffuso una nota: “Le manifestazioni violente con azioni illegali e le occupazioni abusive da parte dei cortei formati dai centri sociali, con la partecipazione di rappresentanti di espressioni politiche, rappresentano evidentemente la nuova proposta del cosiddetto modello Milano, che interpreta la democrazia urbanistica invocata da alcuni. L’opinione pubblica potrà scegliere se questa è la Milano che vogliamo“.

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