L’equilibrismo dell’Ue tra Usa e Cina: una delegazione di Pechino visiterà il Parlamento in autunno. Non succedeva da 7 anni
Che gli interessi commerciali della Cina per l’Unione europea siano ancora vivi non è un mistero. Bruxelles, almeno di facciata, preferisce invece mantenere una posizione più ambigua: da una parte cerca di tenersi aggrappata a un blocco occidentale sempre più imprevedibile a causa della presidenza Trump, dall’altra però sa bene che la Repubblica Popolare è l’unico, o almeno il più grande, salvagente al quale aggrapparsi nel caso in cui il leader americano decida di andare fino in fondo con la sua guerra commerciale al Vecchio Continente. Ed è in questo contesto che va letta la decisione emersa dalla Conferenza dei presidenti del Parlamento europeo di permettere, secondo quanto raccolto da Ilfattoquotidiano.it da fonti vicine al dossier, a una delegazione di politici cinesi di visitare l’Eurocamera dopo sette anni di gelo diplomatico.
La visita, sulla quale non si hanno ancora i dettagli, dovrebbe avvenire in autunno, tra la fine di ottobre e l’inizio di novembre e, in caso di successo, sarà seguita da un viaggio di una delegazione Ue in Cina. I temi principali degli incontri saranno la questione dei rapporti commerciali e il ruolo della Cina a sostegno dell’economia russa, nonostante l’invasione dell’Ucraina, ribadito anche dai recenti accordi siglati nel corso della Shanghai Cooperation Organisation (SCO) di Tianjin. Su quest’ultimo aspetto, l’Ue ha manifestato nelle scorse ore il proprio risentimento dichiarando, tramite una portavoce della Commissione, che “il sostegno della Cina alla guerra di aggressione russa continua a influire negativamente sulle nostre relazioni. Lo abbiamo chiarito anche a loro”.
Dichiarazioni che, vista la postura assunta da Bruxelles sul sostegno a Kiev, sono tanto scontate quanto poco incisive. Perché l’Europa sa bene che, oggi più di ieri, la Repubblica Popolare rappresenta un canale commerciale in grado di alleviare le perdite dovute alle nuove tariffe imposte dalla Casa Bianca. I motivi di scontro con Pechino, negli ultimi anni, non sono comunque mancati: già dal 2021, quando la Cina ha sanzionato i legislatori Ue, passando per lo scandalo delle presunte mazzette pagate dai lobbisti di Huawei agli europarlamentari, fino ad arrivare alla decisione della nuova maggioranza Ursula di smantellare di fatto il Green Deal limitando, senza comunque riuscire a stopparla, l’avanzata dei marchi cinesi dell’elettrico sul mercato europeo.
Con Trump alla Casa Bianca, però, Pechino non può essere trattata solo come un competitor, se non un avversario, ma come una parziale alternativa al canale che attraversa l’Atlantico. E la visita della delegazione cinese all’Eurocamera, dopo gli incontri tenuti dal vicepresidente e commissario per le relazioni interistituzionali e le prospettive strategiche, Maros Sefcovic, nella Repubblica Popolare, rappresenta un nuovo passo in quella direzione.