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Ultimo aggiornamento: 9:17 del 3 Settembre

Assemblea per il Leoncavallo alla Camera del lavoro di Milano: “Vogliamo una città democratica e antifascista” – Video

Centinaia di persone all'assemblea pubblica sul futuro del Leoncavallo
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È gremita la sala Giuseppe Di Vittorio della Camera del Lavoro di Milano per l’assemblea pubblica promossa dal Leoncavallo che porterà alla manifestazione di sabato contro lo sgombero del centro sociale. Sono circa 500 le persone presenti, secondo gli organizzatori.
“L’ingiustificata dimostrazione di forza muscolare con cui è stato eseguito lo sfratto ci ha spinto immediatamente a lanciare le nostre idee al di là dei muri perimetrali del Leoncavallo – ha spiegato la presidente dell’associazione Mamme antifasciste del Leoncavallo, Marina Boer, che ha preso la parola tra le prime -, a cercare un confronto con la città e un riscontro con le realtà al di fuori di noi. Questo è stato da sempre il nostro modo di operare”. Per Primo Minelli, presidente di Anpi Milano, la manifestazione del 6 dovrà essere “la risposta più avanzata della Milano democratica e antifascista. Facciamo appello a tutti, affinché quello del 6 sia un grande corteo unitario, non violento che rilanci l’unità antifascista – ha detto -. Gli appetiti della destra non sono esauriti”. Il Pd sarà presente al corteo con il segretario cittadino Alessandro Capelli, che ha partecipato anche all’assemblea e che invita i militanti del partito ad aderire alla manifestazione.
I militanti del centro sociale Cantiere annunciano però un corteo parallelo insieme ad altre realtà occupate di Milano, che partirà alle 12 dalla piazza davanti alla stazione Centrale di Milano per poi arrivare a porta Venezia, dove partirà il corteo per il Leoncavallo.
“Gli stessi padroni della città che hanno sgomberato il Leoncavallo sono gli stessi che causano la speculazione immobiliare – ha detto una portavoce del Cantiere -, per cui le persone a Milano non riescono a permettersi un affitto”. Infine dai centri sociali come il Lambretta arriva l’appello a non far sfilare “in testa al corteo i politici, ma le Mamme del Leoncavallo”.

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