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Stupro nel Milanese, la 18enne ha lottato per un’ora per cercare di liberarsi: si indaga su una traccia di dna

Tracce biologiche, probabilmente dell’aggressione, sono state prelevate dai medici, refertate e inviate al Ris per la campionatura
Stupro nel Milanese, la 18enne ha lottato per un’ora per cercare di liberarsi: si indaga su una traccia di dna
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Per cercare di liberarsi dal suo aggressore ha lottato per circa un’ora, riportando diversi lividi su varie parti del corpo. È quanto emerge da una prima ricostruzione della Procura dei Lodi che indaga sullo stupro della 18enne avvenuto nella notte tra sabato e domenica vicino alla stazione ferroviaria di San Zenone al Lambro, in provincia di Milano. L’aggressione è avvenuta mentre la ragazza stava andando a prendere il treno per il capoluogo lombardo, dove vive con la sua famiglia. Era l’ultimo convoglio, quello delle 23.04. Poco prima però, mentre si trovava all’altezza di un sottopasso vicino al secondo parcheggio della stazione (che, a differenza del primo, non è vicino alle abitazioni ed è nascosto tra due terrapieni) è stata aggredita da un uomo, trascinata in un’area verde e violentata.

I carabinieri di San Donato e del Nucleo investigativo di Milano indagano per identificare e rintracciare l’aggressore, sulla base delle indicazioni riferite dalla ragazza e analizzando le immagini delle telecamere di videosorveglianza, anche quelle di privati, che potrebbero aver ripreso l’arrivo e la fuga dell’uomo. Un passo avanti potrebbe arrivare dall’analisi del dna. Tracce biologiche probabilmente dell’aggressione, sono state prelevate dai medici della clinica Mangiagalli di Milano (specializzata in reati sessuali) dove la 18enne è stata trasferita dopo le prime cure ricevute al pronto soccorso del Policlinico. Tracce che sono state refertate e inviate al Ris per la campionatura, nella speranza di poterle confrontare con un indiziato e comparate con la banca dati delle forze dell’ordine.

E mentre alla diciottenne, ancora sotto choc, è stato immediatamente dato supporto psicologico, la Procura lancia un appello ai possibili testimoni. “Chi ha visto qualcosa o rivedendo le proprie telecamere private si accorge di qualcosa che potrebbe risultare utile alle indagini o è venuto a sapere qualcosa rispetto alla violenza a una 18enne messa in atto lo scorso week end alla stazione di San Zenone al Lambro chiami i carabinieri e racconti quello che sa”, ha chiesto la procuratrice di Lodi Laura Pedio.

Intanto la sindaca di San Zenone al Lambro replica ad alcuni commenti scritti sui social, come “Cosa ci faceva da sola a quell’ora in strada?”, “Ma non poteva farsi accompagnare?”. “Si tratta di un fenomeno riprovevole che rende le vittime delle aggressioni doppiamente vittime“, ha commentato la sindaca Arianna Tronconi. In quanto agli utenti delle piattaforme locali, ha concluso Tronconi, “alcuni si sono poi lamentati dicendo di essere stati rimossi o bannati e lamentando la mancanza di democrazia”. Per la prima cittadina “quanto è accaduto a quella povera ragazza è gravissimo, ma – ha spiegato – quotidianamente non abbiamo situazioni a rischio. Il paese non ha emergenze legate alla criminalità e non abbiamo segnalazioni di fatti analoghi pregressi”, ha concluso.

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