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Mps cala l’asso su Mediobanca: 750 milioni cash per conquistare il fortino allineando il prezzo alla Borsa

Il ritocco di fatto azzera lo sconto a cui trattava l'offerta in Borsa, ma non aggiunge nessun incentivo sostanziale per gli azionisti di Mediobanca che ai prezzi di lunedì 1 settembre avrebbero potuto vendere i loro titoli sul mercato a 20,70 euro l'uno tutti in contanti contro i 20,77 in carta e moneta messi sul piatto da Siena. Se i prezzi tengono
Mps cala l’asso su Mediobanca: 750 milioni cash per conquistare il fortino allineando il prezzo alla Borsa
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Montepaschi alza la posta per Mediobanca e aggiunge 750 milioni di euro in contanti all’offerta tutta in azioni per conquistare il primo azionista delle Generali. Ma il totale messo sul piatto non offre ai soci di Piazzetta Cuccia nessun vantaggio sostanziale rispetto all’attuale prezzo di mercato dei titoli della banca d’affari. A fissare il livello dell’asticella è stato il consiglio di amministrazione della banca toscana che fa capo il ministero dell’Economia, a Francesco Gaetano Caltagirone, agli eredi di Leonardo del Vecchio e alla Bpm, che lunedì ha deliberato di aumentare l’offerta per Mediobanca aggiungendo una componente in contanti di 0,9 euro per azione alla parte che verrà pagata con titoli Mps.

Per effetto del rilancio in contanti, la valorizzazione delle azioni di Mediobanca è salita a 20,776 euro, cioè 19,876 euro in titoli Mps ai prezzi del 29 agosto e appunto 0,9 euro in contanti, il 4% circa del totale. Il ritocco del prezzo di fatto azzera lo sconto a cui trattava l’offerta del Monte in Borsa, ma non aggiunge nessun incentivo sostanziale per gli azionisti di Mediobanca come le varie casse di previdenza che, ai prezzi di lunedì 1 settembre, avrebbero potuto vendere i loro titoli sul mercato a 20,70 euro l’uno incassando un corrispettivo sicuro interamente in contanti a tutela delle pensioni dei loro assistiti. L’alternativa ora è portare il 4% circa in contanti – se i prezzi delle azioni tengono – e scommettere tutto il resto sul buon esito dei piani di Giorgetti, Caltagirone e soci.

Il rilancio sarà ovviamente versato anche agli azionisti di Mediobanca (e pure di Mps) come Caltagirone e Delfin che avevano già aderito all’offerta nella sua versione iniziale, ritenendola congrua. Confermata, poi, la chiusura dell’operazione per l’8 settembre e cancellata la clausola sulla soglia minima del 66,7%: Siena acquisterà tutte le azioni oggetto dell’offerta portate in adesione, anche qualora si trattasse di un quantitativo inferiore a questa soglia (ma superiore al 35%).

In ogni caso il consiglio di amministrazione di Mps è “fermamente convinto che l’incremento del corrispettivo rappresenti un’ulteriore e concreta testimonianza del valore industriale dell’operazione e dell’attenzione dell’offerente nei confronti del mercato, con l’obiettivo di massimizzare le adesioni all’offerta ed accelerare la creazione di valore“, come si legge in una nota della banca del ministero dell’Economia. Nella quale si spiega come, riportando le lancette al momento del lancio dell’offerta, il 23 gennaio 2025, con il rilancio le azioni Mediobanca vengono valorizzate 16,334 euro l’una sulla base del valore del titolo Mps di quel giorno, ma al netto del dividendo pagato dal Monte a maggio. Tecnicamente quindi il premio è dell’11,4% rispetto al valore di mercato di Mediobanca al 23 gennaio (15,227 euro). Il controvalore implicito complessivo dell’offerta, calcolato sempre al momento del lancio, sale così a 13,5 miliardi di euro, di cui 12,8 miliardi in azioni Mps e circa 0,75 miliardi in contanti. Ma non va trascurato il peso dell’elefante in salotto: il 13% delle Generali posseduto da Mediobanca, che in base ai prezzi di martedì 2 settembre vale circa 6,6 miliardi di euro, cifra che corrisponde a più o meno la metà del valore dell’offerta.

Del resto la strada tra un’offerta generosa e la sua sostenibilità è stretta, soprattutto per un istituto come Mps reduce da molteplici salvataggi a spese del contribuente. Quindi non si può scordare il futuro, cioè il potenziale esito della scommessa di chi aderirà all’offerta al contrario dei vecchi soci di Mediobanca che nelle scorse settimane hanno abbandonato il campo vendendo i loro titoli in Borsa invece di puntare sul nascituro polo caro al governo. Il consiglio di amministrazione di Siena conferma che “rimangono immutati gli obiettivi finanziari volti al mantenimento di una forte solidità patrimoniale e di una politica di dividendi ai massimi livelli nel settore, nella convinzione che l’impegno e i risultati attesi saranno apprezzati da tutti gli stakeholder (i portatori d’interesse, ndr)”. In particolare, si legge nella nota, “anche considerando il corrispettivo in denaro pari a 0,90 euro, Mps conferma di mantenere una solida base di capitale (Common Equity Tier 1 ratio pro-forma pari a circa il 16% al completamento dell’operazione) e una politica di dividendi sostenibile nel tempo con un pay-out ratio fino al 100% dell’utile, supportata dall’elevata profittabilità, anche grazie a sinergie a regime stimate per circa 0,7 miliardi di euro per anno prima delle imposte e all’accelerazione nell’utilizzo delle Dta”. In altre parole l’esborso, secondo Siena, garantirà la piena conquista di Piazzetta Cuccia e, quindi, la possibilità di generare risparmi e monetizzare la montagna di crediti fiscali di Mps, con il conseguente mantenimento di buoni parametri patrimoniali e l’erogazione di ricche cedole ai soci.

Il mercato, tuttavia, sembra non condividere la visione: in scia alla notizia, all’apertura della Borsa, il titolo Montepaschi è crollato a 7,66 euro per poi chiudere a 7,63, con un crollo del 3,01% sulla chiusura di lunedì. L’andamento ha ovviamente influenzato anche Mediobanca che ha ingranato la retro fin dal mattino e ha chiuso a 20,11 euro (-2,85% sulla vigilia). Male anche Generali che ha perso l’1,76% a 32,92 euro. Andamenti che non hanno spaventato privati come la famiglia Benetton, ma anche un ente come la cassa dei medici, l’Enpam, che è vigilata dai ministeri del Lavoro e dell’Economia, nonché dalla Corte dei Conti. Di entrambi si è sparsa notizia nella serata del 2 settembre che hanno consegnato le loro azioni Mediobanca a Siena che ha così superato la quota del 30% in Piazzetta Cuccia.

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